Archivio Storico 2011-2017

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Il Foodscapes

24 Giugno 2011
quando il cibo non è solo nel piatto...
Paesaggi rurali immersi nel verde, barchette malinconicamente adagiate su un mare rosa di tramonto, vedute alpine coperte di neve.... Oppure no?
Signori, benvenuti nella nuova frontiera della fotografia moderna, il Foodscapes, parola derivata da 'food' (cibo) e 'scapes' (paesaggi). Letteralmente quindi, paesaggi di cibo.
Ma come nasce il Foodscapes? Sebbene l'idea di fare dei paesaggi utilizzando il cibo non sia nuova, c'è da dire che questa tecnica è venuta alla ribalta negli ultimissimi anni grazie al geniale fotografo britannico Carl Warner. Nato a Liverpool nel 1963, Carl Warner studia all'istituto d'arte con l'intento di diventare illustratore, ma trova ben presto che per il suo occhio e per il suo talento è la macchina fotografica il mezzo più immediato ed eccitante con cui lavorare. Dopo aver lavorato molti anni come fotografo paesaggista e aver studiato a lungo le tecniche di luce artificiale e luce naturale, ha la folgorante intuizione del Foodscapes. I primi tentativi, a suo dire durante numerose interviste, nascono con l'intento di far mangiare la verdura ai suoi figli. Se l'obbiettivo fallisce miseramente a favore della bistecca, la sua creatività non si ferma e inizia a progettare, sviluppare, lavorare e creare in maniera quasi ossessiva, generando in poco tempo quello che è ormai sotto gli occhi di tutti.
I suoi paesaggi sono banali e geniali allo stesso tempo, quasi snervanti nella loro perfezione e talmente belli da ingannare l'occhio. Perché è proprio questo il segreto del Foodscapes, l'inganno che sfrutta un fenomeno fisiologico detto 'scotoma'.
Questa parola complicata non è nuova per chi ha letto il 'Codice da Vinci', e si riferisce sia ad un'alterazione della vista che crea una zona cieca all'interno dell'occhio, sia ad un'alterazione neurologica che si attiva quando il cervello 'vede' qualcosa di palesemente illogico.
Difficile? Affatto. In pratica, di fronte ad un'immagine 'anomala' il nostro cervello elabora la soluzione più semplice ed ovvia, facendo vedere agli occhi un semplice paesaggio. In pratica, gli occhi 'vedono' quello che il cervello 'dice' loro di vedere.
Solo in un secondo momento, se ci si sofferma sull'immagine, il cervello scopre l'inganno, elabora l'immagine e la scompone, rivelandole la natura artefatta.
Nascono così vedute innevate fatte di prosciutto e salame, mari del sud fatti di fette di salmone, enormi montagne fatte di pagnotte, boschi di broccoli e case di formaggio.
L'effetto è sorprendente e divertente, e lo stesso Carl Warner sostiene che per lui la parte più bella è quando l'osservatore scopre il trucco e andando a cercare i vari componenti della foto si mette a ridere.
Comunque, non c'è dubbio che le immagini Foodscapes siano molto più di quello che sembrano. La reperibilità della materia prima e la complessità del montaggio obbligano i fotografi a dover fare tutto in tempi brevissimi, con il rischio di dover ricominciare da capo se il materiale 'si scioglie' con le luci di scena.
Sono in molti a considerare il Foodscapes una 'forzatura' della fotografia paesaggistica, che toglie spontaneità alla fotografia tradizionale e rende sempre più stretto il rapporto tra occhio, macchina fotografica e computer. Tuttavia, io trovo sia geniale quello che la mente umana può fare semplicemente osservando un broccolo o un panino, e penso sia eccezionale riuscire a vedere un paesaggio in quello che normalmente il 99% delle persone mette nel piatto.
Chi vuole vedere le opere di Carl Warner, può cliccare sul sito:
www.carlwarner.com
Inoltre, le sue opere sono raccolte in due bellissimi libri fotografici, reperibili su internet e secondo me impedibili per tutti gli amanti della buona cucina.
Anche per chi dovesse pensare che la sua arte sia troppo 'forzata', certo dopo aver visto le sue foto un cespo di insalata non farà più lo stesso effetto.....

Per le foto si ringrazia Carl Warner: blog.giallozafferano.it
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