A leggere così, potrebbe sembrare il titolo di un romanzo ma è una sintesi estrema della vita di Patricia Botturini, alias Aroma di Casa, cittadina del mondo che dalle sue varie esperienze internazionali, e dalla sua famiglia, ha preso l’amore per il cibo nel senso più cosmopolita che si possa immaginare.
D: La prima domanda è un rito: come mai hai deciso di aprire un blog di cucina?
R: La risposta è semplice, amo cucinare e seguivo alcuni blog di cucina. Ad un certo punto ho desiderato di averne uno tutto mio. Tutto qui
D: “Habanos di spaghettini essiccati con crema alle 3 bufale e profumo di limone”, “Vellutata di zucca e zenzero con shropshire e nocciole tostate” oppure “Pettini di mare con maionese al pepe bianco Muntok” sono solo alcune delle ricette che proponi ai lettori nel tuo blog. Dai nomi si comprende come la tua cucina non sia improvvisata, anzi. Come mai hai fatto la scelta di dedicarti a ricette così ricercate?
R: Non sono ricercate, sono ricette semplici da eseguire. Una ricetta può nascere in molti modi, puoi prendere ispirazione da un’infinità di cose. Il più delle volte le immagino io. Chiaramente, in fase di esecuzione, è la conoscenza delle tecniche che ti permette di ottenere il piatto immaginato. Penso che sia molto importante conoscere la maggiore quantità possibile di ingredienti (una ricerca infinita), questa conoscenza ti permette di poter immaginare ricette con degli elementi in più. Conoscenza é la parola chiave, non dobbiamo dimenticare che si apprezza quello che si conosce. Sono convinta che in cucina bisogna divertirsi, il che non é sinonimo di pasticciare. Divertirsi con una cosa seria come é per me la cucina, rappresenta uno dei grandi piaceri della vita, mi piace cambiare, giocare, non mi piace fare sempre le stesse cose.
D: Qual è, secondo te, il segreto per la riuscita di un piatto?
R: Innanzitutto la qualità degli ingredienti. Personalmente amo molto i contrasti, un piatto che include in perfetto equilibrio tutti i sapori, un piatto che mi sorprenda piacevolmente e mi diverta, un piatto che mi susciti emozioni e mi inspiri un immaginario sensoriale. Non mi piacciono i piatti mono-tono. Cerco di fare attenzione all'impiattamento e alla presentazione. Quando si é giovani e in salute, si tende a mangiare tanto, a volte a mangiare per mangiare, una specie di richiesta inconscia di nutrimento. Con il tempo si affina il palato e la sazietà, secondo me, dipende da altro.
D: Oltre al blog curi i profili Facebook, Twitter, Instagram, Pinterest e Flickr sono quindi molto importanti per te i social. Come ti rapporti con essi?
R: Oggi i social sono indispensabili per diffondere quello che fai e anche quello che sei. Inoltre sono strumenti che ti permettono di conoscere tante persone, ampliare orizzonti e punti di vista, concretizzare idee e lavori, fare gruppo. Ogni social ha delle caratteristiche proprie e un preciso modo di comunicare. Il mio preferito é Instagram perché mi permette con un’immagine di trasmettere contenuti, idee, emozioni e ricette.
D: Nel tuo blog c’è una sezione apposita riservata alla stagionalità dei prodotti ortofrutticoli e ittici. Purtroppo nei supermercati oramai si trovano fragole a Dicembre, Zucchine a Febbraio. Cosa diresti all’incauto consumatore di questi alimenti fuori stagione per convincerlo a non acquistarli?
R: Fondamentalmente credo che la Natura sia molto saggia, in ogni stagione ci dà i suoi frutti, quelli che in quel particolare momento dell'anno abbiamo bisogno dal punto di vista nutrizionale. I prodotti di stagione ci permettono anche di ridurre i costi all'acquisto finale e quindi è una spesa a buon mercato e più genuina. Prediligo sicuramente gli ingredienti di stagione.
D: Ora parliamo un po’ di te, qual è il tuo piatto preferito?
R: É difficile scegliere uno solo. Devo dire che più cucino più amo gli ingredienti al singolare, sono felice mangiando una mozzarella di bufala campana o un ottimo bife de chorizo Argentino o dei ricci di mare presi, aperti e mangiati dopo una bellissima giornata in spiaggia. Essendo cresciuta nel ristorante di mio padre, che era un industriale ma possedeva un ristorante per diletto, ho sempre assaggiato e mangiato tante cose, anche in giro per il mondo, diciamo che quando ero piccola preferivo i piatti elaborati, forse mi davano sicurezza, amavo il filetto alla Rossini, le rane alla provenzale, la zuppa di tartarughe, la buseca di mia nonna o i ravioli che facevamo in casa la domenica e mangiavo tanti dolci, mentre adesso li mangio solo se sono eccezionali. Conta molto anche il nostro vissuto e la nostra memoria sensoriale, ad esempio il classico piatto di casa, anche se forse non é quello che formalmente ci piace di più, lo amiamo perché forma parte del nostro vissuto e dei nostri ricordi più belli. Oggi mi capita di assaggiare piatti stellati, alcuni davvero sublimi, indimenticabili, oppure altri piatti tradizionali delle cucine regionali, una per tutte la pasta e patate fatta da Giovanni Assante in persona, indimenticabile. La cucina non é una sola, sono tante e la scelta dei piatti o i gusti cambiano, si evolvono, si trasformano, la cosa importante é la bontà e la qualità degli ingredienti del piatto stesso, oltre alla corretta esecuzione. La buona cucina, insomma.
D: Hai origini italiane, greche ed egiziane, sei vissuta in Argentina per 25 anni, hai sposato un veneziano che ha girato l’Italia e ha vissuto in USA, Inghilterra e alle Hawaii. A questo punto la domanda è d’obbligo, le tue (o per meglio dire le vostre) origini e percorsi geografici di vita come hanno influito sulla tua cucina?
R: É interessante, diciamo che tutti e due abbiamo un vissuto molto internazionale, ma mio marito culinariamente parlando, ha radici più concrete delle mie, profondamente Venete. Io son cresciuta in un paese che é un connubio di culture, la mia famiglia stessa lo era e questo mi ha sempre molto divertito perché i contrasti e le sfumature erano tante. Essendo vissuta metà della mia vita a Buenos Aires e metà in Italia, oltre ad un breve periodo in Brasile, Francia e Punta del Este, e amando molto anche la cucina asiatica, non mi metto dei limiti, per me la cucina é cucina, con una visione universale del termine. Non mi impongo limitazioni di nessun tipo.
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