Archivio Storico 2011-2017

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Il babà

31 Maggio 2011
Uno dei dolci simbolo di Napoli
Il babà è uno dei dolci simbolo di Napoli, le statistiche dicono che sia il più venduto ed apprezzato dai turisti che transitano nel capoluogo partenopeo.
La storia colloca la nascita, casuale, del babà nel 1700, in seguito ad un gesto di stizza del re polacco Stanislao.
Stanislao fu re di Polonia nel 1704, ma in seguito al tramonto del regno di Carlo XII di Svevia, di cui era il protetto, fu deposto. Visse poi prigioniero dei Turchi e successivamente, aiutato da Luigi XV, il quale aveva sposato sua figlia Maria, divenne di nuovo re di Polonia.
L' Austria e la Russia non accettavano la reggenza di Stanislao e così scatenarono la guerra di successione polacca che si concluse con la pace di Venezia, per la quale Stanislao ebbe in reggenza il ducato di Lorena, dove rimase per 28 anni. Qui si dedicò costantemente a studi filosofici-letterari e scrisse molti testi che influirono sulla rinascita polacca. Si narra che Stanislao trascorresse intere giornate immerso nei suoi studi e ogni tanto facesse piccole pause in cui si concedeva qualche spuntino dolce accompagnato da vino o rum.
I pasticceri lorenesi, dotati di poca fantasia, gli proponevano quasi sempre il Kugelhuph, un dolce di farina, uova, zucchero, uvetta e lievito di birra. Essendo troppo asciutto, avevano provato a bagnarlo con madera, sciroppi dolci ma sempre senza soddisfare il palato del re, che un giorno, preso dall'ira, diede una spinta al vassoio con il Kugelhuph, lanciandolo contro una bottiglia di rum che, rovesciandosi sul dolce, lo inzuppò in un attimo. Subito si diffuse un profumo così inebriante nello studio che il re volle affondare il cucchiaio in quella nuova creazione.
La soddisfazione fu così grande che da quel giorno si fece servire solo quel nuovo dolce bagnato con rum, al quale diede il nome di BABA' in onore del protagonista del racconto del libro 'Le mille e una notte'.
Dalla Lorena la ricetta del babà arrivò nelle pasticcerie parigine e da lì, grazie ai monsù, nelle cucine dei nobili napoletani e, qui, oltre ad assumere la caratteristica forma a fungo, il babà è diventato un'istituzione.

'Sua maestà o babà' è un dolce dal carattere semplice, autentico e raffinato al tempo stesso. Infatti la semplicità è la sua caratteristica principale, per questo molti considerano delle corruzioni l'aggiunta di panna, creme e frutta.
Il babà non deve essere troppo inzuppato, ma nemmeno asciutto, non deve sfaldarsi al taglio e soprattutto il profumo deve inebriare.
Nel linguaggio partenopeo babà è un aggettivo che serve per rinnovare stima ed affetto verso una persona. Pertanto se un napoletano vi dà del babà vi fa un gran complimento.

Questa ricetta è di Daniela, amica di famiglia nonchè zia del calciatore Marco Borriello; la classica ricetta del passaparola.

250 gr di farina manitoba,
60 gr di zucchero,
25 gr lievito di birra,
80 gr burro (sciolto a bagnomaria)
4 uova intere.
Bagna al rum o al limoncello

mettere 750 ml acqua in un pentolino con le bucce di 2 limoni biologici, lasciare bollire per 15 minuti poi eliminare le bucce e aggiungere 350 gr di zucchero. Togliere dal fuoco e lasciare raffreddare. A freddo aggiungere 1 bicchierino di rum o limoncello secondo i gusti.

Per una buona riuscita del dolce è importante che gli ingredienti siano a temperatura ambiente, devono riposare fuori dal frigo almeno due ore.
In una terrina sbattere uova e zucchero con le fruste elettriche, unire il burro.
Aggiungere il lievito sbriciolato e scioglierlo con le mani. Riprendere lo sbattitore ed aggiungere la farina. Proseguire lavorando l'impasto con le mani, lavorarlo per un po' e lasciarlo lievitare per due ore.
Dopo la prima lievitazione imburrare uno stampo da babà (22 cm), riprendere l'impasto e lavorarlo ancora con le mani seguendo sempre lo stesso verso. Metterlo nello stampo e riporlo a lievitare altre due ore, deve arrivare ad un dito dal bordo. Cuocerlo in forno caldo a 160° per 30 minuti, lasciarlo poi nel forno spento e sformarlo solo quando è raffreddato. Riporlo in una larga terrina e bagnarlo abbondantemente. Adagiarlo su di un vassoio e bagnarlo ancora un po' prima di servirlo.
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