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Le Crepes, goloso mistero

31 Marzo 2014
e la generosità di un papa
Mistero, perché?
Le crepes, da sempre raffinate e salottiere protagoniste di cocktail ed intrattenimenti mondani, con quell’accento francese che evoca classe e bon ton, sono state spesso rivendicate da più di una corrente culinaria.

Benché siano approdate sulle tavole di tutto il mondo come dessert aristocratico, le loro radici sono invece, quasi certamente, molto più che popolari.
Gli ingredienti spartani (acqua, latte, uova e farina) già ne denunciano la provenienza umile, ma è soprattutto il nome ad indicarne l’assenza di quarti di nobiltà.

Il nome “crepes” deriva infatti dal latino “crispus”, che vuol dire “arricciato, poco ordinato”.
Le loro origini più antiche si possono rintracciare nella cittadina francese di Agen, dove non vi era festa, compleanno o anniversario che non fosse salutato da almeno due tavole imbandite, ricoperte di crepes preparate nei più svariati modi.

Tuttavia, andando ancora più indietro nel tempo, possiamo affermare quasi con certezza che le crepes siano nate in Italia.

Infatti, pare che nel V secolo Papa Gelasio, deciso ad alleviare le sofferenze di alcuni pellegrini francesi giunti a Roma per la festa della Candelora (2 febbraio) e provati dalle fatiche del lungo viaggio, fece portare nelle cucine vaticane tutte le uova e la farina reperibili, per preparare delle frittelle calde da distribuire ai fedeli.
Nascevano così le prime rudimentali crespelle, di cui i francesi portarono in patria il ricordo e che ribattezzarono, appunto, “crepes”.

Da allora, la festa della Candelora si è affermata in Francia ed arricchita di simboli e tradizioni diverse a seconda della regione.

In alcune parti della Francia, ad esempio, è usanza farle preparare ai bambini e poi mangiarle tenendo in mano un “luigi” d’oro, cioè una moneta, come augurio di prosperità economica.
Nel corso dei secoli le crepes hanno iniziato a diffondersi in Europa, usando come trampolino di lancio la Bretagna, prima meta di turismo di massa da parte dei francesi, probabilmente grazie alla vicinanza, limitata al canale della Manica.

Ad oggi hanno assunto diversi nomi, crepes in Francia, crespelle in Italia, pan-cakes in Gran Bretagna, blinì in Russia, palacinkas nei paesi dell’Est.

Possono essere presentate in molti modi, a mezzaluna per i ripieni che si gonfiano; a fagottino per i ripieni di consistenza solida, a pacchetto per i ripieni cremosi; a cannellone per i ripieni spalmabili; a triangolo se vengono servite non farcite.

In comune hanno gli ingredienti, di facile reperibilità, e la capacità di poter essere guarnite con qualsiasi ripieno dolce o salato, dalle marmellate alle creme, dai liquori al cioccolato, dal miele ai formaggi, dal prosciutto alle verdure, dal gelato alla frutta.

Oggi le crepes non sono più solo uno sfizio, ma delle vere e proprie protagoniste nei buffet, assieme a stuzzichini più nostrani come pizzette, focaccine e paste asciutte di vario genere.
Hanno faticato a decollare, certo, ma sbizzarrendosi con i ripieni hanno conquistato un loro posto di primo piano nella nostra gastronomia, rivendicando le loro origini italiane e pretendendo con forza la loro “fetta” di celebrità.

Volete provare a prepararle in casa? Ecco la ricetta:

Crepes Casalinghe (ricetta per 12 crepes):
- 125 gr di farina 00
- 3 uova
- 250 ml di latte fresco intero
- Burro q.b.
- Sale q.b.

Sciogliete a bagnomaria, in un pentolino, 4 noci di burro.
Lasciate raffreddare, poi aggiungete la farina e il latte freddo a filo, mescolando con la frusta, senza però far montare l’impasto.
Se volete delle crepes salate, unite due cucchiai di sale; se le preferite dolci aggiungete due cucchiai di zucchero e solo un pizzico di sale per togliere l’acidità.
Mescolate fino ad ottenere un composto privo di grumi, salate e coprite con una pellicola, lasciando riposare il tutto in frigorifero per 30 minuti.
Ungete la padella con un poco di burro fuso, poi versate un cucchiaio di impasto distribuendolo bene su tutta la superficie facendola roteare.
Fate cuocere le crepes fino a che i bordi inizieranno ad arricciarsi, giratele e fatele dorare anche sull’altro lato.
Proseguite fino ad esaurire l’impasto, poi farcitele a piacere.

Le crepes possono essere preparate anche in anticipo.
Si conservano infatti in frigo fino a 3 giorni, separate tra loro da strati di carta oleata, oppure in congelatore, dove possono durare anche 3 mesi.
Le più tradizionali ricette italiane le prevedono farcite alla valdostana, con formaggio e prosciutto; fatte in brodo, secondo l’usanza abruzzese; alla partenopea, ripiene di mozzarella di bufala, ricotta, parmigiano, prezzemolo e pomodoro e cucinate come i cannelloni.
Certo, i golosi le amano soprattutto nella loro veste più “dolce”, farcite con nutella, crema e marmellata.
I più raffinati le prediligono con il loro aspetto più aristocratico, ripiene di mousse ai gamberetti, al salmone e al tartufo.
Quale che sia comunque la “forma” in cui vengono presentate, sono ormai entrate a far parte della tradizione gastronomica italiana in maniera stabile, protagoniste indiscusse di ricevimenti e banchetti, e di tutte quelle occasioni in cui c’è bisogno di “un tocco in più”.

Una piccola nota “storica”.
Le crepes più famose sono certamente quelle “flambé”.
Coreografiche, appariscenti, vengono da sempre inserite in film e romanzi, soprattutto nelle scene più romantiche.
A rivendicarne la paternità pare sia stato Henri Charpentier, allievo del grande chef August Escoffier, che nelle sue memorie raccontava di quando, sedicenne, era a servizio nel Café de Paris di Montecarlo.
Pare infatti che alla vigilia del capodanno del 1896 il principe di Galles, futuro re Edoardo VII d’Inghilterra, era a pranzo nel locale in compagnia di una bellissima ragazza.
Mentre Henri stava servendo loro delle crepes, bagnandole con il cognac, la fiamma di una lampada troppo vicina fece incendiare l’alcool.
Con incredibile prontezza di spirito, il ragazzo finse di averlo fatto apposta e le servì flambé.
In risposta ai complimenti del principe, che rimase impressionato dalla novità, il ragazzo offrì al reale di battezzarle con il suo nome.
Il principe tuttavia declinò l’offerta, proponendo invece il nome della sua bella accompagnatrice, la signorina Suzette.
Nascevano quindi quel giorno le “Crepes Susette”, aromatizzate con succo di mandarino e cointreau, servite immancabilmente con le classiche, scenografiche, “fiammate”.

La foto della torretta di crepes è di Lucia Arlandini,che ringraziamo (visitate il suo blog: www.ticucinocosi.com)
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