Nel Nord America il termine French fries indica le patatine fritte a bastoncino. Solo dopo il viaggio in Provenza di cui vi ho parlato nel mio ultimo articolo ho capito il perché.
I Belgi, a mio parere, possono anche continuare a rivendicare la paternità dell'invenzione della "patatina fritta" ma io tifo per i rivali francesi, soprattutto dopo aver assaggiato le loro patatine fritte. E' accaduto una sera ad una tipica festa di paese dove l’ospite d’onore erano le sardine grigliate; ero una di quelle persone che quando ha morso la sardina ha biascicato tra interiora cotte e squame bruciacchiate "ma sono intereeeeeee!!" e così, nonostante una fame insistente ho riversato tutto il mio appetito sul contorno ordinato: un piatto di French fries.
Non so se dalla foto che apre questo articolo si riesce a capire davanti a che “Signora Patatina Fritta” mi trovavo, ma vi assicuro che, in 36 anni, non ne avevo mai assaggiate di così buone: sfacciatamente croccanti fuori e infinitamente morbide dentro.
Io, quella sera, a quel tavolo da sagra, su quel piattone di patatine, c'ho lasciato il cuor!
Ovviamente le cose belle non durano e anche se la porzione era abbondante è finita rapidamente. Ho apprezzato il tentativo della commensale di cui ero ospite di ordinarmene un altro piatto ma, sarà per la quantità di gente, sarà per l'orario, la seconda porzione non è mai arrivata.
Il caso però ha voluto che ci fosse, seduto alla grande tavolata, poco distante da me, un simpatico bambino di cui ignoro ancora oggi la nazionalità. Il bambino non si riusciva a comprender che lingua capisse e parlasse ma una cosa era certa: era inappetente. Il piatto di pesto ordinato per lui al posto delle sardine stazionava, triste e oramai freddo, sul tavolo, a fianco di un incustodito piatto di patatine fritte.
Ora, se è vero che nessuno potrà mai dire che io tolgo il pane di bocca ad un bimbo - se affamato - è anche vero che nessuno potrà mai dire che io non sia sensibile alla questione dello spreco alimentare e poi vi assicuro che quelle patatine meritavano di essere mangiate, non foss'altro per la maestria con cui qualcuno le aveva cucinate.
Ed è stato così che, sotto gli occhi increduli e ipocriti di un paio di maschi italici, io mi son fatta passare quel piatto di patatine intonse.
C'è stato chi il giorno dopo ha narrato di bimbi in lacrime e cibo strappato dalle labbra di una creatura affamata ma vi assicuro, e lo scrivo qui, pixel su bianco, che si tratta delle stesse persone avide che prima di farmi pervenire il piatto vi hanno affondato, ingorde, le loro mani, reclamando una parte del fritto bottino a pedaggio del semplice passaggio della pietanza.
Da quel giorno di Luglio io vago in terra italica nella vana speranza di trovare qualcuno che prepari le French Fries con identica maestria.
Nell'attesa di trovarlo vi scrivo qui la mia, umilissima, ricetta, mutuata da mio padre e adatta ad una preparazione e cottura casalinga, in barba a quei bustoni prefritti, precotti e colmi di additivi.
Ingredienti:
• Patate con la buccia rossa (ottime per la frittura)
• Olio di arachidi
• Sale
Prima di tutto sbucciate e sciacquate le patate. Tagliatele poi a fiammifero (per farvi capire, la dimensione dev’essere quella delle patatine fritte che si comprano da Mc Donald). Mettete a bollire una pentola d’acqua. Quando bollirà versateci dentro le patate e aspettate che riprenda il bollore. Da quel momento contate tre minuti e poi scolatele su di un canovaccio. Lasciatele asciugare per bene e intanto mettete in una padella – meglio ancora in un wok – abbondante olio di arachidi. Quando l’olio sarà molto caldo iniziate a versarci le patate e friggetene poche per volta. Scolate e salate. Servite subito.
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Le patatine fritte
se in USA le chiamano “French Fries” ci sarà pure un motivo
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Papille gustative