Vi ricordate il nostro sgomento nel constatare che l'ape regina aveva lasciato il favo vuoto, creando paura e scompiglio nella sua famiglia?
Dobbiamo intervenire per evitare il peggio, cioè lo sfaldarsi del regno, il fuggi fuggi generale. Serve una nuova regina. Subito.
Frenetiche iniziano le telefonate. Una, due, tre, cinque; poi finalmente la buona notizia. Tra tre giorni una nuova regina sarà pronta ad accettare la sua nuova carica di regnante. Ma ora il problema è anche la famiglia. 30-40 mila api sorelle, sorellastre e un po' di fuchi, anche loro nervosi sebbene in genere nulla facenti, va tranquillizzata. Non può attendere altri tre giorni in abbandono. Sarebbe il dramma nel dramma. Che fare?
Si usa in questi casi prelevare da una delle altre famiglie vicine un favo da nido con uova fresche, larve e miele. Lo facciamo subito. La regina Eugenia ce lo fornisce. Bello, sano e pieno di uova e larve. Si convincono le operaie a lasciarlo libero dalla loro presenza e lo introduciamo velocemente nella corte reale orfana.
Questo è come mettere davanti alle api nutrici e addette alla prole della famiglia in difficoltà la prova provata che tutto comunque va bene, tutto procede nel verso giusto. La regina non si vede, ma forse è passata. Le uova ci sono, deve per forza essere nelle vicinanze.
Non siamo state abbandonate.
Certo non la vediamo e non la sentiamo, ma lei c'è da qualche parte. Dobbiamo avere fede, calma e coraggio, aspettare. Avanti non disperiamo. Questo è il messaggio che sta dietro quel favo calmo e vitale.
Arriva finalmente il fatidico giorno. Con un calore infernale, pomeridiano, andiamo in auto vicino Vienna da un anziano e simpaticissimo allevatore di regine che di cognome fa Hummel. In tedesco questo vuol dire Bombo.
Uno che vende api e regine e che di cognome fa Bombo! La cosa promette bene. Ci presenta la nuova futura regnante. Una carnica, pura. Albero genealogico importante, una vera regina… di razza. La sua carrozza è una gabbietta bianca nella quale cinque api ancelle la accudiranno per tutto il viaggio, che sarà lungo. Tengo questa gabbietta in mano. La sento vibrare; good vibrations. Ripartiamo dopo una grappa di corniole… d'obbligo.
Un'ora ed eccoci al nostro apiario nel profondo del bosco al Lainzer. Tutto pronto per la cerimonia di incoronazione di Elisabetta Seconda. Apriamo l'arnia, c'è nervosismo. Lo cogli, lo senti nell'aria, come quando si attende una star sul palco di un concerto. Come nei migliori concerti facciamo un po' di fumo. Noi usiamo uno speciale fungo secco per il fumo. Calma.
Arriviamo ad aprire la sala del trono. Dobbiamo depositarvi la stanzetta reale dalla quale la regina dovrà "parlare" con i suoi feromoni al suo nuovo "popolo" confuso. Per farvi capire dirò che la gabbietta viene appesa ad un favo centrale con uno stecchino in legno. Nessuna delle api della famiglia in cui la regina novella entra può toccare la regina. La dividono dalle api una porta di zucchero. Questa porta di zucchero verrà aperta dalle api mangiandola e aprendo un varco per la regina. Questa deve essere accettata, amata, diventare parte della famiglia. Questo abbattimento della porta zuccherina mangiata avrà bisogno di circa tre giorni, una specie di "conosciamoci bene prima di amarci per sempre".
A questo punto anche l'apicoltore spera in una accettazione amorevole della nuova regina e deve solo stare ad aspettare guardando cosa accadrà dopo circa dieci giorni.
Subito però io mi accorgo che intorno al favo che vede la regina nella sua gabbietta appesa si è radunata una folla immensa di api. Saranno diecimila. Chiamo Hildegard che si era momentaneamente allontanata e insieme guardiamo e ascoltiamo il ronzio: sembra un canto. Richiudiamo tutto velocemente. Dopo 10 giorni avremmo avuto la risposta alle nostre attese. Ma prima di partire, come sempre facciamo, ci mettiamo davanti agli alveari per un saluto, uno sguardo, un ringraziamento del lavoro che le api ci regalano.
Ma ecco improvvisamente davanti ai miei occhi l'avvenimento epifanico, chiara manifestazione, accadere. Davanti all'ingresso della reggia di Elisabetta seconda appena insediata, proprio sul predellino di volo accade un fatto straordinario e incredibile anche da raccontare e che ancora oggi nello scrivere mi emoziona e commuove. Vedo almeno 500-600 api schierate in file perfette una dietro l'altra, un battaglione immobile di insetti con gli addomi alzati e la testa china. "No, impossibile" grido.
Invece è tutto vero, lì, davanti a noi. Io ed Hildegard assistiamo a questo straordinario "inchino alla nuova regina" fatto da 600 api guerriere. Immobili, in file perfette. Rimaniamo pietrificati e senza parole. Monta l'emozione che ti rende muto. Stiamo lì a nostra volta immobili per cinque minuti, forse più, senza parlare. Non si può in questi casi. Si può solo piangere di gioia. Ce ne andiamo poco dopo sapendo che la regina verrà accettata. La produzione di vita e mieli potrà riprendere.
Quando intingerete il vostro cucchiaino in un miele ricordatevi che tutto questo che vi ho raccontato accade in un'arnia, prima dei mieli. Allora quello che mangerete diventerà qualcosa che va molto oltre un cibo buono e dolce.
Diverrà altro.
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L'inchino alla Regina
Prima del miele, un incredibile atto d'amore e di fiducia
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Il cibo in testa