Qualche giorno fa pubblicai sulla mia pagina Facebook alcuni brevi commenti e alcune immagini che raccontavano di una bella mattinata trascorsa qui a Vienna con alcuni piccoli amici di una scuola materna viennese.
Una mattinata dedicata ai mieli ed alle api ed alla operazione nodale per far nascere i mieli: centrifugare i favi nuovi dell'annata "2015". Questa operazione sempre rituale per un apicoltore, ed alla quale non è sempre facile prendere parte, ha visto questi piccoli futuri "cittadini europei" assistere e anche volentieri collaborare aiutando manualmente nella disopercolatura dei favi, l'apertura delle cellette fatta a mano perché il miele potesse uscire e raggiungere la sua destinazione nei vasetti.
Promisi che ne avrei scritto ancora e in modo più esaustivo e così eccomi a farlo.
Questa azione che potremmo chiamare "I mieli chiedono asilo" visti gli attori principali, i bimbi, si inseriva in una più vasta e bellissima esperienza che si è concretizzata a Vienna in un progetto "pilota" sul cibo autoprodotto.
Il progetto è partito all'inizio del 2015 a Vienna e nello stesso tempo prendeva il via anche a Monaco di Baviera. Noi apicoltori Landschaftshonig siamo stati invitati a partecipare ed è così che io e la mia amica Hildegard Burgstaller, quali apicoltori viennesi, abbiamo messo in gioco due dei nostri organismi sciame lasciandoli... a scrivere di mieli sul posto. Eravamo stati infatti contattati dagli organizzatori dell'iniziativa "Freiluft Supermarkt" già da un po' di tempo e la proposta ci piacque subito per la sua particolarità di essere antica e modernissima nello stesso tempo. Ma di cosa si tratta ?
Si tratta di una coinvolgente e bella esperienza agricola urbana che vede entrare in gioco tra gli attori i piccoli amici del Kinder Garten di un popoloso quartiere di Vienna, i loro genitori, gli abitanti del quartiere stesso e l'amministrazione della città.
Insieme per la rivalutazione di un'area dismessa del quartiere che una volta ospitava un'attività oggi chiusa. In quegli spazi, precisamente nei parcheggi, meglio dire forse nella vasta area di sosta per i mezzi industriali che arrivavano a rifornire, nasce il progetto. Cosa si fa in questa area? La prima cosa che l'amministrazione del quartiere ha fatto è stata quella di portare su questa grande superficie un bel metro in altezza di buona terra fertile per poi passare alla fase due, cioè la semina e il trapianto sullo stesso terreno di piantine orticole che poi con impegno e dedizione sono divenute quello che una volta veniva definito "orto urbano" o quelli che anni fa, molti anni fa, venivano chiamati "orti di guerra" proprio per i periodi nei quali vennero creati.
Ricordate? Se avete superato gli "anta", come il sottoscritto, certamente ricorderete qualche racconto di nonne o zie che descrivevano queste iniziative. Di cosa si trattava?
Durante le due guerre mondiali, nella maggior parte dei Paesi coinvolti ogni piccola porzione di terra venne adibita a orto e coltivata: in Europa i cosiddetti orti di guerra furono migliaia, negli Stati Uniti addirittura milioni.
Parchi, piazze, cortili, giardini, scuole, massicciate delle ferrovie, campi sportivi, caserme, prati e luoghi incolti: tutto venne riconvertito a orto e coltivato, per garantire la maggior quantità di cibo possibile.
Piazza del Duomo a Milano nel 1945 fu convertita in campo di frumento.
A Torino, invece, nel Parco del Valentino si piantavano patate.
E a Roma crescevano i cavoli lungo la via dell’Impero.
Negli orti di guerra si coltivavano soprattutto ortaggi con caratteristiche ben specifiche:
• alto potere nutrizionale, quindi tante patate e legumi per sopperire alla mancanza di carne, pasta e pane
• facili da conservare per lunghi periodi: quindi zucca, crauti, legumi, cetrioli, cavolfiori e pomodori da trasformare in salsa
• alto contenuto di vitamine e minerali: quindi carote e peperoni in primis
• capacità di sostituire il caffè: quindi cicoria
• capacità di sostituire lo zucchero nei dolci: quindi zucca e carote
• capacità di insaporire i cibi: quindi aglio, prezzemolo e pomodoro
• proprietà medicinali: quindi cipolla e cavolo
• dimensioni ridotte e ciclo vegetativo breve.
Oggi, con diversa e ben più calma e pacifica prospettiva questa ripresa degli orti urbani sta riprendendo piede e diventa un "Super mercato all'aria aperta" gestito dai cittadini che alla fine dei cicli vegetativi recuperano i prodotti vegetali con ovvi risparmi nei costi e con grande soddisfazione nella coltivazione, in genere biologica e senza uso di chimica di sintesi, ma affidandosi a quello che è sempre stato il progredire annuale dell'orto di casa, in questo caso collettivo, molto grande e nato con l'aiuto della città che mette a disposizione terra,attrezzi, piantine e assistenza.
Noi apicoltori siamo stati contattati e ,dopo la richiesta sul cosa ne pensavamo e la nostra risposta positiva, inseriti nel progetto Freiluft Markt con le nostre api, due famiglie, perché queste sono state ritenute nodali nella gestione delle impollinazioni necessarie e potessero così lavorare nella zona e nell'area della piantumazione.
Direi una bellissima iniziativa che già per il futuro vede un allargamento dei terreni disponibili, in un'area più grande già individuata e che prenderà vita il prossimo anno. A Monaco ovviamente stanno facendo la stessa cosa ed anche là sono stati coinvolti apicoltori come noi. A tutto ciò gli organizzatori,tra i quali molti sono genitori dei piccoli, hanno pensato ad un coinvolgimento diretto dei bambini nella conduzione degli alveari, ovviamente con la nostra supervisione, per innescare in loro quella che io amo definire "una buona apitudine".
A giudicare dai loro sorrisi e dalla loro felicità direi che ci siamo riusciti. Un futuro dolce forse si sta preparando, lo fa in silenzio, al massimo... ronzando, ma sarà un futuro ricco di voli fecondi.
Questo è il link del sito. Nella sezione blog le bellissime foto dell'iniziativa e della mattinata mielosa con i bimbi. Date un'occhiata...senza impegno.