Si è conclusa la 4’ edizione di Olio Officina Food Festival, l’appuntamento milanese diretto dall’oleologo e scrittore Luigi Caricato che vede protagonista l’olio di oliva. Un format dedicato ad approfondimenti, dibattiti e degustazioni, che ogni anno puntano a diffondere buona cultura del cibo per favorire il consumatore verso una scelta consapevole.Durante la giornata a cui ho partecipato, molti gli spunti di riflessione su cui confrontarsi per la promozione di un’importante produzione italiana che vive una stagione difficile.
Uno degli argomenti discussi che a mio parere merita attenzione è la gestione dell’olio al ristorante.Questo presuppone una formazione degli addetti e un confronto con il mondo delle produzioni attraverso meeting e corsi che predispongono a tale compito.
Con Marcello Scoccia, vice presidente ONAOO (Organizzazione Nazionale Assaggiatori Olio di Oliva) si è parlato di blend, cioè l’arte di assemblare cultivar per ottenere profili sensoriali che soddisfino il cliente. Anche se non piace a tutti, il blending non va inteso come una sofisticazione. Tale compito infatti è assolto da assaggiatore esperti.
Un’idea interessante che le aziende agricole possono adottare per fari conoscere attraverso la ristorazione, è l’offerta di una monodose di olio extravergine di oliva a prezzo simbolico. Un modo per diffondere le produzioni di oli extra vergine di qualità, dando la possibilità ai consumatori di fare ordini direttamente alle aziende.
Tappo antirabbocco. Alcuni lo reputano una presa in giro per l’utilizzo di oli di scarsa qualità che ‘a volte’ vengono impiegati nelle cucine. Personalmente, per evitare che una bottiglia con note etichette venga più volte riempita con oli discutibili, ne promuovo senza dubbio l’adozione. Sul resto, la professionalità del ristoratore fa la differenza. Come ha sottolineato una persona del pubblico presente al dibattuto, in Giappone, paese che apprezzo sempre di più, preferiscono di gran lunga privilegiare investimenti in cultura del settore. Chi vuol capire intenda.
Con Giovanna Ruo Berchera, insegnante di cucina, si è parlato di bambini che rifiutano il cibo per motivi non legati al gusto. Giocare con gli alimenti, legandoli ai racconti, crea emozioni che inconsapevolmente vengono custodite nelle memorie. Coinvolgerli nelle preparazioni, oltre a divertirli, li aiuta a superare e vincere le diffidenze. Sfido chiunque a non ricordare un cibo della memoria legato a un ricordo d’infanzia.
L’olio alimenta l’eros. Questo il tema della 4′ edizione di Olio Officina Food Festival. Anche il pane è eros. Simona Lauri, consulente e tecnico per la panificazione, insieme a Giuseppe Capano, chef e consulente di cucina, ha raccontato un cibo che amo molto, artigianale e appagante, che mi da piacere e benessere riportandomi ai valori di una volta. Il mio consiglio è di scegliere accuratamente i panificatori che privilegiano farine di qualità. In cambio avremo prodotti da forno che renderanno le nostre giornate più ricche di bontà e di salute.
Il pane, un corpo caldo che è vita e passione. Simona Lauri