Si è appena conclusa, a Zola Predosa, la sesta Rassegna dei Vini Passiti e da Meditazione organizzata dall'Accademia della Muffa Nobile.
Lasciatemi dire, da persona che ha affiancato l'organizzazione, che è stato un successo.
I nostri dubbi, le nostre paure sono state fugate dall'intervento di un pubblico superiore numericamente a quello della passata edizione.
Massiccia la presenza di giornalisti, enotecari, ristoratori, persone, insomma, che col vino lavorano, che lo conoscono, lo apprezzano, spesso lo criticano, ma comunque lo amano.
Circa 500 i campioni di vini in degustazione, affiancati da alcune eccellenze della provincia di Bologna, alcune rare, come il parmigiano 120 mesi, e qualche chicca dal resto dell'Italia. Dovrei, per correttezza, citare tutti, ma verrebbe un elenco lungo e noioso. Vi basti sapere che l'emozione ha vinto la stanchezza.
È stato emozionante, per me che l'ho vissuta dall'interno, vedere nascere nuove sinergie, abbinamenti strani quali il formaggio bergamasco di Formaggi Gigi e la crema al cioccolato di Daniele Marziali, degustati con i passiti pugliesi che ci ha portato Davide Gangi. O la mostarda di arance di Alice Contini e Andre James Amici abbinata al Moscato di Scanzo della Brugherata.
È stato bello far scoprire ad alcuni giornalisti esperti del mondo del vino i vitigni autoctoni Alionza e Negretto vinificati da Giorgio Erioli, la cucina di uno chef di tutto rispetto come Massimiliano Poggi e l'aceto balsamico tradizionale dell'Acetaia Villa San Donnino.
Ogni manifestazione è perfettibile, e l'Accademia della Muffa Nobile, che, ricordo, è composta solamente da volontari, cercherà di rendere la prossima edizione ancora migliore.
Ad Majora, semper!
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