Corsa veloce al Salone del Gusto, viaggio interminabile sotto una pioggia battente, ma si va al Salone del Gusto, per la prima volta portando in mente gli echi di racconti favolosi di chi c’è andato gli anni precedenti.
Padiglioni ricchi di eccellenze alimentari, presidi slowfood per deliziare occhi e palato… montagne di culatelli e strolghini profumati, formaggi di fossa rari e preziosi, patè che si sciolgono in bocca, pani fragranti appena sfornati, paste di grano duro “Senatore Cappelli”, dolci tipici dai nomi improbabili, cioccolati favolosi, caffè di zibetto, marmellate strane e golose, espositori gentili ed appassionati…
Ma… il dubbio è quello di avere sbagliato indirizzo, di essere entrati nella più grande sagra paesana, la sagra delle sagre di Via Nizza a Torino…, ma poi no, non ci siamo sbagliati… eh sì… questo è il Salone del Gusto, il famoso Salone del Gusto… minimalista… non c’è che dire… niente moquette per terra… toh guarda che bella idea.. gli stand preallestiti fatti con i pallets…
Fra gli studenti delle scuole che si divertono a fare stridii con le loro scarpacce da ginnastica e che ingurgitano a quattro mani quei pochi assaggi gratuiti messi a disposizione da qualche incauto espositore e una pletora di similintenditori, sgomitando sgomitando raggiungiamo uno stand che promette un piatto di formaggi e una birra alla modica cifra di 5 euro…ì. Buonissima la birra, ma le quattro bricioline di formaggio e il panbrioche dell’hard discount non la tamponano e alle 14.30 abbiamo una riunione di lavoro. Ma caspita laggiù c’è l’Emilia Romagna, lì sicuramente troviamo qualcuno che un piatto di tagliatelle ce le dà… no, niente tagliatelle, ma lì… no vedi che di fianco allo stand della Coop… laggiù c’è il culatello... ooohh un bel panino col culatello di Zibello… ci accaparriamo gli ultimi due, altri 10 euro… una fettina sottile sottile (che ci si vede San Luca) dentro un blocco di gomma molliccia… ma la fame è la fame e i portafogli sono permalosi… si manda giù…
Ci vuole il caffè… equo e solidale… di marca commerciale, quella che più la mandi giù e più ti tira su, 1 euro, per essere equi e solidali con il cachet di Bonolis e compagnia… scusatemi ma vado ad essere equa e solidale nel padiglione “estero”. Magari un patè francese lo trovo. No non lo trovo. Però incrocio il venditore di cannoli siciliani, sì lui, quello che staziona fuori dal Motorshow a Bologna, di fianco a quello che fa le piadine con la salsiccia e la cipolla.
Mi viene un po’ da piangere.
Beh una volta che le panciotte sono piene (più o meno) si comincia il giro serio, alla ricerca di ciò che ha reso il Salone del Gusto un evento irrinunciabile… le eccellenze alimentari, ma ancora una volta di dubbio di avere sbagliato indirizzo torna. Prepotente.
Toh guarda, lì c’è uno stand che reca fiero l’insegna Presidio Slow Food, è il parmigiano Reggiano… e grazie al cavolo, facciamoci regalare un braccialettino che lo porto al Tato, va. Ma dai che carino, hanno fatto il sorbetto alla birra, cosa c’è scritto lì? Maddai, ma no, ma è un semilavorato per gelateria, quello che usano alla baracchino dei Giardini e checcavolo!
L’anno prossimo vado al supermercato, a Torino, va bene, ma al supermercato, almeno ho la tessera e se mi va bene ho pure il ristorno.
Adesso andiamo a fumarci una sigaretta… c’è più gusto!
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