Quando sai che sono cose uniche, fatte con cura, preziose, piene di storia e di storie, posti particolari, profumi particolari, ti muovi con circospezione, delicatamente, perché sei consapevole di entrare in un angolo segreto, fuori dal tempo, e l’attenzione e il rispetto che hai ti fa entrare in punta di piedi in quelle che sono le storie della gente, le loro emozioni e i ricordi, gente che incontri e hai subito la certezza che non sarà un incontro banale, ma qualcosa che ti arricchirà, gente che ti guarda diritto negli occhi e capisci che anche il loro più piccolo ricordo, che sembra insignificante, è sicuramente un tesoro da custodire, da condividere. Così è per Piero e Sabrina e le loro “Colazioni in Galleria”: il posto, Bagheria, la loro Galleria, i quadri, i libri, i disegni, i piatti, gli amici, i bambini…
Già il posto, la Galleria, la domenica intesa come casa, piena di profumi e sapori mixati in armonia con la poesia e con le opere attaccate alle pareti, denso di stimoli culturali, uno di quei posti che ti accarezzano l’anima, ti gratificano i sensi con i colori, i profumi, la natura che si scorge dalla finestra, fiori e pergolati, una musica, con i suoi mille contrasti.
Piero e Sabrina: è domenica, e per chi è come noi, la Colazione in Galleria… come, dove, quando e perché?
La domenica mattina, non tutte le domeniche, visto che non sempre abbiamo idea di cosa fare assaggiare agli amici, nei locali della Galleria Drago Artecontemporanea, in mezzo ai quadri, alle piccole sculture e ai nostri libri. Visto che si tratta di colazioni ci piace accogliere i visitatori e gli amici soprattutto con i dolci, anche perché molti di loro vengono con i bambini. Cerchiamo di legare gli appuntamenti con la stagionalità della frutta e della verdura, anche perché, ogni ricorrenza, in Sicilia, ha il suo dolce tipico. Dolce che, a dispetto della globalizzazione, a dispetto della perdita della stagionalità persino nei prodotti della terra, puoi davvero trovare solo e soltanto in quei giorni. A parte cassata e cannoli che si trovano quasi tutto l’anno e che gli indigeni non mangiano solo in estate visto che l’erba non è buona e le pecore mangiano quello (In Sicilia consumiamo ricotta solo di pecora, non siamo disposti a transigere perché sappiamo che le pecore oggi vengono nutrite con prodotti di cui ignoriamo l’origine, ma da noi, lo diciamo con una punta di orgoglio, a metà maggio si comincia a non preparare più la crema di ricotta si prepara i dolci solo con la ricotta prelibatissima fatta dal pecoraio che ancora fa pascolare le pecore portate al pascolo personalmente).
Via via che arrivano gli amici, le stanze si riempiono di grida, di risate, lo stupore dei bambini è contagioso, è una festa, la sorpresa di nuove cose da sgranocchiare, qualcosa che li tenga fermi, tranquilli, ma il riso supera tutto e si scoprono le sorprese. Le pecorelle di marzapane, dove l’agnello simbolo pasquale lo trovi nelle vetrine dei bar solo la settimana santa ed in quei giorni si regala ai bambini, i biscotti di San Martino, durissimi, nascono per essere inzuppati nel moscato o in un liquore a base di mosto e, vanno preparati e consumati più o meno in questi giorni, i Pupi di zucchero, la Sussa di miele, la frutta di martorana si trovano soltanto nei giorni a cavallo del 2 novembre, la festa dei morti.
È per questo che le nostre colazioni non hanno sempre lo stesso menù: abbiamo cominciato alla fine dell’inverno scorso quando ancora si trovavano meravigliose arance rosse, adatte alle spremute, rosse come il fuoco, succose, che offriamo insieme alle torte preparate da Sabrina.
In autunno, con la riapertura della galleria, quando ancora c’è caldo e non è ancora tempo della crema di ricotta, si preferiscono i dolcetti alle mandorle e i meravigliosi fichi d’india che in questo periodo cominciano ad essere venduti negli angoli delle strade. Aspettiamo con ansia il 19 marzo, festa di San Giuseppe, il giorno dedicato alle “Sfince di San Giuseppe”, meravigliose brioches di pasta fritta ricoperte e ripiene di crema di ricotta, un “pasto completo” in quanto peseranno mezzo chilo l’una!
E poi La Colazione del 2 novembre: quest'anno il due novembre cadeva di domenica, non potevamo tirarci indietro e abbiamo quindi organizzato una colazione in galleria con alcuni dei dolci tipici della festa dei morti, festa, appunto. In Sicilia il 2 novembre non è la “commemorazione dei defunti” ma la festa dei morti.
C’è un aria allegra. I bambini sanno che i loro morti porteranno, nella notte tra l’1 e il 2 i regali e tantissime varietà di dolci; di questa festa accenna, tra le altre cose, lo scrittore Roberto Alajmo nella prefazione al libro pubblicato con illustrazioni di Paladino – “Le ceneri di Pirandello”. La mattina del 2 comincia l’affannosa ricerca dei regali che, chissà perché, i morti tendono a nascondere, insieme ai regali si preparano diverse varietà di dolci, frutta di martorana, frutti in marzapane, i fichi d’India, paste di miele, Sussa di miele (dolce a base di mandorle e miele) e poi, l’attesa e la sorpresa dei Pupi di zucchero, che sono per bambini, e si tratta di vere e proprie statue di zucchero che, dopo avere arredato casa per qualche giorno, pian piano vengono distrutte e mangiate e per i bambini è come una “caccia al tesoro” perché scelgono se cominciare dalla testa o dai piedi, e poi in tutte le stagioni, sempre sulla tavola, le arance, rosse, succose, dolci e sensuali, ti sembra di tenere in mano un lembo di Sicilia.
DRAGO EDIZIONI
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