Coltivato spesso come cespuglio sempreverde, l’alloro è in realtà un piccolo albero che può arrivare fino a 10 metri, dalle foglie lucide e lanceolate, di colore verde intenso.
In primavera compaiono i fiori, gialli e poco appariscenti, che in estate si trasformano nei frutti, simili ad olive, di colore bluastro e molto aromatici.
Utilizzato frequentemente come pianta ornamentale, l’alloro cresce spontaneo in tutta l’area mediterranea, in particolare lungo la costa e sulle rive di fiumi e laghi.
Le parti più utilizzate in cucina e in fitoterapia sono le foglie ed i frutti, soprattutto prelevate dai rami giovani in quanto più ricchi di linfa e quindi di principi attivi.
Le foglie vengono raccolte in primavera ed essiccate al sole, mentre le bacche devono essere raccolte a maturazione completata, quindi in autunno, e fatte essiccare in penombra, in un luogo fresco e asciutto.
L’alloro deve le sue virtù terapeutiche all’elevatissima concentrazione in oli essenziali presenti nelle foglie (3%) e nelle bacche (10%).
Tra gli oli essenziali presenti troviamo in particolare geraniolo, pinene ed eucaliptolo, che sono i principali responsabili dei suoi effetti positivi sulla salute.
L’alloro ha infatti proprietà stimolanti e diuretiche, stomatiche ed espettoranti.
I fumenti fatti con le foglie curano il raffreddore, la tosse e la sinusite.
L’infuso delle foglie, grazie alla presenza di tannini, ha la proprietà di stimolare la produzione di succhi gastrici e di disinfettare le vie gastrointestinali, di facilitare la digestione, di prevenire e curare i dolori di stomaco, di combattere le fermentazioni e di mitigare l’aerofagia.
Il decotto cura raffreddore e reumatismi, ed ha proprietà antipiretiche, utili per curare anche gli stati febbrili.
Utilizzato soprattutto in cucina, l’alloro ha la caratteristica di non perdere il suo aroma con la cottura e di rendere più digeribili anche i piatti più pesanti.
Il suo uso abituale ha la particolarità di combattere l’inappetenza nei bambini.
Dalle bacche si può ottenere tramite spremitura a freddo un olio utile per combattere i reumatismi, le slogature e le distorsioni, da usare tramite massaggi e frizioni.
Recenti studi nel campo della fitoterapia hanno evidenziato un elevato contenuto di una sostanza battezzata “acido laurico” dalle proprietà antiossidanti, che ha fatto attribuire all’alloro effetti positivi contro l’invecchiamento.
Per questo motivo sono molto consigliati i bagni all’alloro, che oltre a mantenere la pelle giovane hanno effetti rilassanti e deodoranti, in particolare in caso di sudorazione eccessiva.
Una curiosità, l’alloro, grazie alle sue proprietà disinfettanti e antipiretiche, era un tempo largamente usato per curare la peste e il colera.
Venerato da greci e romani, l’alloro è anche il protagonista di una bella leggenda.
Il dio Apollo infatti si era perdutamente innamorato della ninfa Dafne, la quale però era votata ad Artemide, sorella del dio e simbolo di nubilato.
La ninfa aveva quindi giurato di rimanere vergine, ma il dio non demordeva.
La poveretta pregò quindi Artemide di liberarla dalla persecuzione e la dea, conoscendo la cocciutaggine del fratello, non trovò altra soluzione che trasformare la ninfa in un albero di alloro.
Quando si accorse della trasformazione, il dio fu così disperato che adottò la bellissima pianta come suo simbolo, e si adornò il capo con una corona fatta con le sue foglie, per portare sempre con sé il suo amore perduto, rendendo così l’alloro simbolo di eternità, amore eterno e gloria.
Per questo motivo dal nome greco dell’alloro, lauro, deriva il termine che conclude il massimo ciclo di studi, cioè “laurea”.
La leggenda di Apollo e Dafne è stata immortalata dallo scultore Bernini nell’omonima statua, esposta al museo di Villa Borghese, a Roma.
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