Ecco un argomento spinoso: animali, bambini ed inviti a cena.

Per quanto infatti possa apparire azzardato affiancare questi due temi nello stesso articolo, in realtà sono due situazioni che spesso richiedono, per quanto diverse, comportamenti – e che causano imbarazzi – assai similari.

Qualora siate voi come padroni di casa ad avere animali, valutate che non tutti hanno un’anima zoofila, e che la frase “questa è anche la casa del mio cane, chi viene si adegua”, è giusta sulla teoria ma a volte non applicabile a livello pratico.

Ci sono oggettivamente persone con poca empatia verso gli animali, oppure che ne hanno davvero paura, o peggio con situazioni di allergie che – per quanto lievi – potrebbero portare a problemi nel corso della serata.

Fermo restando che in caso di allergia grave l’educazione ammette che non si invitino determinate persone, e che le persone stesse non si risentano del mancato invito, oltre al fatto che la persona allergica, in caso di invito proforma – fatto per evitare di offendere – si senta libera di rifiutare subito, nel caso in cui l’intolleranza sia blanda a livello fisico, o limitata al solo livello psicologico – ci sono quelli che proprio gli animali non li sopportano, e per strano che sembri non si possono fucilare – siate, come padroni, obbiettivi nei confronti dei vostri “tesorini”.

Un molossoide che sbava ovunque, un labrador irruento che si avventa su tutti per “giocare”, un cagnolino anche di piccola taglia ma che abbaia a chiunque ininterrottamente, un gatto poco socievole che tira a graffiare, ed in ogni caso una bestiola diffidente, paurosa, poco socializzata, scarsamente incline al contatto con chi non conosce, non sempre è prevedibile quanto a comportamento, ed ovviamente non sempre incontra il gradimento di tutti.

E se la tolleranza nei confronti dei vostri compagni di vita, da parte degli invitati, è naturalmente imprescindibile, un vestito sbavato, un morso, un graffio o comunque un atteggiamento aggressivo – sia in positivo che in negativo – possono – giustamente – rovinare il più cordiale dei rapporti.

Se non avete l’assoluta certezza di dividere la vita con un animale ben socializzato, non timoroso, obbediente, che non salta, non abbaia, non lecca e non manifesta irruenza a chiunque, valutate per una sera di lasciargli uno spazio “suo”, dove non sia obbligato ad interagire con gli invitati, dove non sia costretto a subire le carezze di questo e di quello, e dove non sia a rischio di essere trattato come un giocattolo vivente da eventuali bambini presenti.

Mettetelo in una stanza che gli sia familiare, con acqua, eventuale cibo, la cassetta dove sporcare per i gatti – a debita distanza dal cibo, sennò gli da fastidio (voi mangereste vicino al gabinetto?) e la cuccia, o qualche coperta cui siano affezionati, e magari qualche giochino, lasciandogli accesa una piccola luce, se non il lampadario.

Se avete cani, andate ogni tanto a verificare che tutto vada bene, e nel caso sia necessario scusatevi con gli invitati e non saltate la passeggiata – avrete ovviamente avuto premura di farne una supplementare, prima del loro arrivo, onde evitare uscite precipitose per evitare la tragedia – per non disorientarli più di quanto siano già.

Per il gatto in genere non sono necessarie particolari prudenze, salvo assicurarsi che non vi siano finestre aperte o luoghi dove possa rimanere intrappolato, ma non mancate anche in questo caso di controllare almeno ogni due ore che il vostro amico sia tranquillo e sereno.

Sarebbe buona regola, qualora si preveda di invitare gente con una certa regolarità, abituare i nostri amici a quattro zampe sia alla presenza di estranei, che ad eventuali “confinamenti” nel qual caso ve ne sia la necessità.

Sarà più semplice per loro, evitare di essere esposti a continue carezze e strapazzi, e non vivranno la cosa come un castigo, ma come una situazione normale, per quanto inconsueta; inoltre, nel caso sia possibile farli rimanere con voi, un comportamento dove non si mettano ad abbaiare oppure a miagolare ininterrottamente, non si mettano a mendicare cibo a chiunque, mettendo magari il muso sul tavolo, non passino continuamente tra gambe e sedie, e dove in definitiva non disturbino, sarà senz’altro apprezzato da tutti.

Se siete invitati, non date per scontato che il vostro “tesoro” sia il benvenuto.

Solo in situazioni di rapporti estremamente confidenziali, si può avere la certezza di poter portare con sé il proprio amico a quattro zampe senza rischi di malumori od imbarazzi, e comunque sia, nel caso non siate i soli ad essere stati invitati, informatevi sulle eventuali inclinazioni delle altre persone presenti. Meglio lasciare il nostro compagno di vita nel suo ambiente, con le sue cose, in tranquillità, piuttosto che ritrovarsi a doverlo tenere col guinzaglio corto perché la moglie del collega non sopporta nulla di più grosso di un pechinese e voi avete l’alano…

Veniamo ora ai bambini.

Sia per chi invita, che per chi viene invitato, tenete presente per bambini dai quattro agli otto anni, una serata dove non vi siano altri bambini, specialmente se quanto agli adulti si tratta di persone che conoscono poco o per nulla, può diventare davvero insopportabile, e che questo può incidere in maniera difficile da prevedere sul loro atteggiamento, anche per i bimbi di norma più educati.

Parlando di chi invita, se avete bambini piccoli, e se gli altri invitati non hanno figli, prevedete di fissare l’orario della cena abbastanza avanti nella serata – tipo dalle 21:00 in poi – e di far mangiare presto i bimbi, esortandoli poi ad andare a dormire, spiegando loro che quella sera ci saranno ospiti e che si annoierebbero.

Cercate di fare in modo di avere tutto pronto con abbondante anticipo, in modo da potervi dedicare alla “messa a nanna” con tranquillità, trascorrendo del tempo con loro, leggendo una fiaba, non lesinando coccole ed affettuosità.

Anche questo tipo di “protocollo” andrebbe imparato per tempo, soprattutto se si ricevono visite con una discreta frequenza. In questo caso, la messa a letto anticipata non deve essere vista come un confinamento oppure una punizione, ma come una situazione eccezionale, che nulla ha a che vedere con il vostro amore verso di loro.

Se vostro figlio/vostra figlia desidera leggere un libro da solo prima di dormire, non imponetegli di chiudere la luce come se fosse in caserma, ed andate ogni tanto a controllare che vada tutto bene. In ogni caso, è da evitare di lasciarli in balia di videogiochi, tablet e cellulari.

Qualora non sia possibile metterli a letto in tempi rapidi, piuttosto lasciateli stare con voi. Gli invitati si adatteranno, ed ovviamente, con i tempi corretti, provvederete a farli salutare ed a condurli a nanna, in modo da lasciare agli adulti l’incombenza di fare le ore piccole.

Se il bambino si alza e vi viene a cercare, o se mentre è con voi manifesta sonno oppure insofferenza, non sgridatelo davanti agli invitati, imbarazzereste loro e mortifichereste lui.

Scusatevi con un sorriso, andate con lui o con lei, rimanete per il tempo necessario a farlo riaddormentare oppure a fargli prendere sonno, e solo in un secondo momento insegnategli che quando ci sono “i grandi” bisogna fare i bravi.

Nel caso decideste, magari perché vostro figlio/vostra figlia ha un carattere tranquillo e socievole, di far partecipare i bambini ad eventuali serate con gli amici/i parenti, iniziate sin dalla tenera età ad insegnare ai piccoli a non interrompere i discorsi, a non fare confusione quando ci sono altre persone, ed in generale a non trattare gli invitati come una loro proprietà nella naturale tendenza ad attirare l’attenzione.

Predisponete, specie nel caso di figli unici, adeguati passatempi per fargli trascorrere il tempo che voi dovrete dedicare alla conversazione: libri da colorare, libri illustrati, giochi didattici possono essere ottimi sistemi per far passare rapidamente le ore. E se poi il vostro tesoro verrà a far vedere a tutti il suo disegno, ovviamente sarà dovere dei vostri invitati manifestare interesse ed apprezzamento, anche se avrà interrotto un’importantissima discussione sullo scopo dell’esistenza…

Di nuovo, evitate di zittirli mettendo loro in mano un tablet od uno smartphone. Oltre ad essere poco educativo e dannoso per gli occhi, è anche segno di estrema maleducazione, a qualsiasi età.

Ovviamente, queste sono cose che si imparano nel tempo. Se il vostro pargoletto è vivace ed irruento, sarà normale un po’ di turbolenza, e gli invitati dovranno fare buon viso a cattiva sorte… anche in questo caso, agevolate una rapida messa a letto, non lesinate coccole e tenerezze, e lasciate i vostri ospiti in mano al consorte per il tempo necessario. Prima o poi, al “lei”, al “buonasera” ed allo stare “con i grandi”, ci siamo arrivati tutti.

Se avete più di un bambino, se la serata prevede la presenza di altri bambini, o per entrambe le cose, abbiate l’accortezza di attrezzare un’area gioco – anche solo nella cameretta – dove i bambini possano divertirsi in pieno relax. Imporre loro di ascoltare le conversazioni degli adulti, oltre che poco adeguato, significa solo spianare la strada a manifestazioni di insofferenza e di fastidio.

In ogni caso, per una sera, levate di mezzo i giochi eccessivamente rumorosi… anche se a voi non fa più effetto vedere il vostro piccolo amore con il pallone da calcio o che gira per casa con il triciclo, non è che potete costringere gli invitati a fargli da pali per la gimcana o da portieri.

Ovviamente, se il bambino ha confidenza con gli invitati – zii oppure amici di vecchia data che conosce da sempre – sarà più semplice e normale che stia con voi durante la loro permanenza, almeno nella prima parte della serata. In ogni caso, abituatelo comunque ad andare a letto ad un’ora precisa – non è ammissibile che lui faccia l’orario degli adulti, se la serata si protrae – ed insegnategli a salutare prima di congedarsi. Oltre che dell’educazione, in questo caso ne va anche della sua salute e della qualità del suo sonno.

Se vostro figlio/vostra figlia ha dagli otto anni in su, è logico e naturale che mangi con voi e con gli invitati. Tuttavia, se ad un certo punto preferisce andare in camera sua, non forzatelo a fare conversazione, non imponetegli di parlare della scuola o delle sue attività, e non costringetelo a partecipare alla serata se non ne ha piacere.

Acconsentite con tranquillità, andate ogni tanto a verificare che vada tutto bene, ed abbiate solo l’accortezza di insegnargli a congedarsi con educazione, a salutare quando va a dormire ed al momento della partenza degli invitati, nel caso vadano via  presto: è questo un lato dell’educazione che non può essere assolutamente trascurato.

Se siete invitati, valutate con obbiettività se portare con voi il figlio/la figlia/i figli, se si tratta di bambini vivaci, irruenti, capricciosi od al contrario timidi e riservati, evitate di imporgli una serata assieme ad altri adulti – specie nel caso abbiate la certezza che non vi siano altri bambini – e contate piuttosto su una nonna, una zia oppure una babysitter fidata.

Meglio a casa propria con una persona a cui sono affezionati, nel loro ambiente e con i loro giochi, che in una casa sconosciuta dove si trovino a disagio… per la loro tranquillità, ed anche per la vostra.

Se non è possibile affidarli a qualcuno, e sono già grandi a sufficienza per venire con voi, lasciate che portino con sé un giocattolo caro, un libro da colorare oppure uno da leggere. Nel caso invece l’età od il carattere non siano ancora adatti per andare “in visita”, semplicemente rimandate la vita sociale a tempi migliori.

È segno di squisita gentilezza, se sappiamo che i nostri invitati hanno bambini con sé, far trovare ai piccoli un giocattolo, un libro oppure un piccolo passatempo: predisporrà i bambini in modo favorevole verso la serata, e sarà sicuramente un pensiero gradito ai genitori.

Parimenti, se siete invitati da una coppia con figli, potrete optare come regalo, al posto del mazzo di fiori o della classica bottiglia di vino, per un pensierino per loro. Sarà certamente il modo migliore per accattivarvi, qualora non vi conoscano, la loro simpatia.

Se la serata si svolge in un locale, e non in un contesto privato, sia come organizzatori che come invitati, provvedete ad anticipare per tempo la presenza di un bambino, a chiedere un tavolo appartato dove il piccolo non provi il desiderio di scendere e di correre in mezzo ai tavoli, ed anche a portare qualche giocattolo o distrazione per attirare la sua attenzione quando inevitabilmente inizierà a dare segni di irrequietezza. Se è prevista la presenza di più bambini, sono molti infine i locali “Baby Friendly” che mettono a disposizione aree gioco ed animatori per far trascorrere loro la serata nel modo più spensierato possibile.

Optate o suggerite questa soluzione, qualora i bambini siano più di uno. Il costo è in genere irrisorio, e la salute mentale degli adulti ne trarrà certo giovamento.

In nessun caso comunque, i bambini andranno lasciati da parte, esclusi, trattati con insofferenza o con eccessiva rigidità. L’impostazione verso di loro dovrà sempre, in ogni caso, essere protettiva ed affettuosa, ed anche la “messa a letto” o la destinazione a luoghi separati come le “aree gioco” dovranno essere posti come un modo per proteggere, non per isolare. Questo è importantissimo, sia per la loro autostima, che per il loro atteggiamento nei confronti di certe “occasioni” nel corso della crescita.

Photo by sabina fratila on Unsplash

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Nome: Layla.Cognome: Benazzi. Età: 37 (effettivi, dichiarati e documentati…). Città: Genova (forever!). Layla Benazzi nasce in quel di Genova nel 1981. Di natali liguri ma di origini emiliane, coltiva da sempre la passione per la scrittura, coltivazione finora rimasta limitata alla scrivania, ma che ultimamente inizia a dare qualche risultato che non sia quello di appesantire il cassetto. A tredici anni, non avendo ancora scoperto la vocazione della penna, decide di fare della scienza il suo lavoro. Studia come perito chimico all’ITIS Gastaldi di Genova, scuola dedicata al primo partigiano d’Italia, e nel frattempo inizia a scrivere, buttando giù in cinque anni di studi circa 10 romanzi, tutti finiti ormai al riciclaggio della carta. A 18 anni inizia a lavorare, prima in un laboratorio ospedaliero e poi in varie aziende del settore farmaceutico, tuttavia la passione per la scrittura non la molla, con il risultato di scrivere altri racconti (tutti con lo stesso destino dei precedenti) con i quali affina (si spera) lo stile. Per quel che riguarda la cucina, non riesce mai a fare delle grandi esperienze (però mangia benissimo) a causa del tempo sempre risicato, ma si specializza almeno nella pasta fresca (quel tanto che basta per non disonorare la regione d’origine) e nella paella di pesce, ad oggi suo piatto forte. A 21 anni l’incontro con Laura Rangoni imprime una decisa svolta alla sua vita, creando una sincera e solida amicizia. Nel frattempo, continua a scrivere, visto che non riesce a cucinare. Attualmente, dopo aver abbandonato il mondo del lavoro dipendente a favore della libera professione, sta lavorando come consulente per la sicurezza delle aziende, e nell’attesa di scrivere qualcosa che non resti nella scrivania (un’altra, perché nel frattempo si è sposata ed ha fatto anche un figlio) ha ri-scoperto il giornalismo gastronomico. Amante della ricerca sul campo, grazie alla natura pignola data dal segno della Vergine, si dedica ad articoli legati all’alimentazione e alla nutrizione, aiutata indubbiamente dagli studi fatti, che la portano ad approfondire gli argomenti soprattutto dal punto di vista della composizione degli alimenti. Alla chiamata di Laura per il NUOVO Cavolo Verde, ha risposto con un garibaldino “obbedisco!”, avendo già da tempo iniziato a contribuire ad altri siti, tra cui il Cavolo ORIGINARIO. Se poi pubblicherà qualcosa, ve lo faremo sapere…
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