Se c’è una pianta aromatica ed officinale che può a buon diritto dire di essere parte integrante del linguaggio comune, è il Prezzemolo.
Sono moltissimi infatti i detti popolari che lo riguardano.
“Sei peggio del prezzemolo” indica in genere una persona invadente.
“Quella ragazza è una prezzemolina” si rivolge solitamente, perlopiù nel mondo dello spettacolo, ad una soubrette o presunta tale che sbuca dappertutto.
“Ti crescerà il prezzemolo nelle orecchie” è rivolto spesso ai bambini che…si lavano poco!
Tutte queste frasi popolari, identificano senza dubbio due caratteristiche innegabili di questa pianta, ovvero la capacità di crescere ovunque, e con estrema invadenza.
Un trattamento un po’ penalizzante, per una pianticella che, ad un’eccezionale resistenza, aggiunge senza alcun dubbio molte qualità degne di nota.
Il nome scientifico di questa pianta della famiglia delle Ombrellifere è “Petroselinum Hortense”, dal greco petra – pietra / selinon – sedano / sativum – coltivabile, ovvero “sedano delle pietre che si può coltivare”.
Tradizionalmente, la sua origine più remota è collocata tra le rupi della Macedonia , ma ricerche più recenti identificano il suo ambiente ideale nel bacino del Mediterraneo, soprattutto nella zona della Sardegna.
Quale che sia la sua “terra d’origine”, è comunque universalmente riconosciuto che furono i popoli del Mediterraneo ad adottarne e diffonderne l’utilizzo.
Gli etruschi, esperti apicoltori, ne scoprirono le proprietà antinfiammatorie, utili nei cataplasmi per calmare i fastidi legati alle punture delle simpatiche ma a volte suscettibili api.
I greci, a detta di Omero, ne riconobbero le capacità ricostituenti e lo somministravano in abbondanza agli sportivi, oltre che ai cavalli destinati ai lavori di fatica, e lo associavano ad Archemoro, araldo della morte, arrivando a decorarne le tombe degli eroi defunti per dar loro la forza di affrontare l’ultimo viaggio fino ai Campi Elisi.
I Romani lo utilizzarono massicciamente nelle preparazioni gastronomiche, scoprendone le capacità digestive e diuretiche, oltre alla non da poco qualità di togliere i cattivi odori se veniva cucinato o semplicemente bruciato nei fuochi da cucina.
Il Prezzemolo avrebbe attraversato le ere come un protagonista, diventando presso molte culture simbolo di fecondità per la sua eccezionale vitalità
– molti popoli del Mediterraneo lo inserivano nei fiori delle spose, e ne decoravano le camere nuziali – ed arrivando a potersi fregiare del titolo di “erba della passione”, tesi sostenuta in particolare da eminenti personaggi come Napoleone ed Enrico VIII, che si diceva ne facessero incredibili scorpacciate prima di ritrovare le loro amate consorti.
Tale tesi è comunque supportata dal fatto che, per il suo elevato contenuto in sostanze attive, il Prezzemolo è effettivamente un discreto vasodilatatore, il che coincide quindi con un probabile effetto afrodisiaco.
Il Prezzemolo, dal punto di vista prettamente botanico, si presenta come una pianticella dallo stelo erbaceo, che va dai 10 ai 90 cm circa di altezza, di colore verde intenso o verde brillante, con foglie di forma vagamente triangolare.
Le varietà montane sono in genere a foglie ricce, di un verde più cupo, mentre le varietà marittime sono a foglia liscia, di un colore più chiaro ed acceso.
Pianta perenne allo stato selvatico, mentre se coltivata diventa annuale o biennale – per quanto si presti volentieri alla coltivazione – predilige il pieno sole con terreno umido, ma resiste bene anche a brevi periodi di siccità.
Inoltre, se non si seccano le radici, con un po’ di pioggia ricresce rapidamente, più rigoglioso di prima.
Ha una crescita molto rapida – circa 90 giorni – ed andrebbe raccolto in estate, quando il profumo è più intenso.
Nei secoli, alle proprietà scoperte dai nostri avi, se ne sono affiancate molte altre che rendono questa pianta una vera e propria farmacia in miniatura.
E’ infatti diuretico, antispasmodico ed antisettico.
Il decotto è utile per calmare gli spasmi intestinali, i dolori mestruali e per prevenire le infezioni dell’apparato urogenitale, regolarizza il ciclo e l’attività dell’utero.
Per uso esterno, le foglie tritate e macerate in acqua calda sono utili per cataplasmi sul seno delle donne in fase di allattamento, per favorire la secrezione lattea e per evitare gli ingorghi sottopelle, prevenendo l’eventuale insorgenza della mastite.
Lo stesso tipo di cataplasma è utilizzabile sulle punture d’insetto e sugli ematomi.
L’infuso è febbrifugo e sudorifero, idoneo nei casi di febbre alta, e calmante.
E’ anche utile come stimolante in caso di disturbi cardiocircolatori.
Il suo uso alimentare previene malattie come lo scorbuto, la gotta, i reumatismi e l’irrigidimento delle articolazioni, inoltre è utile per regolare la digestione, per combattere la ritenzione idrica (favorendo la naturale eliminazione dell’urea e delle sostanze ammoniacali), per prevenire i calcoli ai reni, per contrastare la rigidità muscolare e per il buon mantenimento della mucosa intestinale.
Consumato regolarmente, il prezzemolo previene il meteorismo e combatte i parassiti intestinali (tenia), inoltre, se masticato intero, pone rimedio ai casi di alitosi.
Il decotto di prezzemolo, utilizzato come risciacquo dopo lo shampoo, è utile anche per rendere i capelli forti e lucidi.
Dal punto di vista biochimico, il prezzemolo può essere classificato come un remineralizzante naturale, utile in caso di convalescenza, anemia e spossatezza, in quanto contiene alte quantità di Calcio, Potassio, Sodio, Ferro, Magnesio e Rame.
E’ la pianta officinale a più alto contenuto in Vitamina C, utile per rafforzare il sistema immunitario e per garantire la riparazione e la rigenerazione dei tessuti
– non dimentichiamoci che proprio la carenza di questa vitamina è l’origine primaria dello Scorbuto, malattia temutissima sin dal Medioevo – e contiene anche ragguardevoli quantitativi di Vitamine del Complesso B – che garantiscono il corretto funzionamento del metabolismo epatico, lipidico, proteico, e del sistema nervoso centrale e periferico – di Vitamina A – dalle proprietà anti infettive ed importate per la salute degli occhi e della pelle – e di Vitamina K – componente basilare di una corretta coagulazione del sangue, oltre che rafforzativa delle ossa.
Per la sua ricchezza in vitamine, notoriamente termolabili, andrebbe di preferenza consumato crudo.
Sebbene ricco in Acido Folico, il Prezzemolo va assunto con moderazione in gravidanza ed in allattamento.
Il Prezzemolo è infatti anche ricchissimo in Apiolo, un particolare olio essenziale.
Si tratta, chimicamente parlando, di un fenilpropanoide, ovvero un derivato della tirosina od in questo caso della fenilanina, che presenta una struttura non completamente aromatizzata, costituita da un’unità fenilica legata ad un’unità propanoica.
Responsabile della formazione della lignina, nel metabolismo incide sulla produzione di ammonio, che gli conferisce le note proprietà diuretiche ed i suoi benefici effetti nell’espulsione dell’urea.
Tuttavia, lo stesso Apiolo tende ad indurre delle contrazioni spontanee nella muscolatura liscia uterina e ad avere un effetto regolatore sulla produzione di progesterone.
Ciò può avere effetti positivi sulla regolarizzazione del ciclo mestruale, ma in caso di gravidanza ne fa un potenziale e decisamente potente abortivo, con un rischio più che reale di aborto spontaneo.
Non in molti sanno infatti che i bordelli, oltre che “casini” e “lupanari”, erano detti anche “case del prezzemolo”, proprio per il larghissimo uso che se ne faceva al loro interno, in caso di gravidanze accidentali.
Un altro olio essenziale del Prezzemolo è la Miristicina, ovvero un Allibenzene che il prezzemolo ha in comune con l’aneto, le carote e la noce moscata, e che gli conferisce il caratteristico odore.
Dalle blande proprietà neurotossiche, quest’olio essenziale rende il prezzemolo blandamente velenoso, e ne limita il consumo in quantità eccessive, sebbene le normali dosi di cucina non costituiscano un pericolo per la salute umana.
Non dimentichiamoci comunque mai che, per quanto simpatico ed innocente, in quanto ombrellifera, il Prezzemolo è pur sempre un lontano parente della micidiale Cicuta…
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Una delle prime testimonianze accertate sull’uso di questa specie arbustiva da parte dell’uomo è stata ritrovata in una tomba egiziana, dove un rametto di rosmarino, quasi perfettamente conservato, era custodito in un pregiato cofanetto in marmo ed avorio, accanto alla mummia
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Lo zinco è, dopo il ferro, uno dei componenti essenziali del nostro organismo, di conseguenza non è considerato in presenza percentuale ma come un vero e proprio “mattone” fisso del corpo umano.
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Per quanto di solito si citino minerali più famosi, parlando di crescita, come ferro e calcio, in realtà un ruolo importantissimo è svolto anche da un minerale che spesso per molti resta uno sconosciuto.
Lo iodio. -
Spesso si sente parlare del potassio, tuttavia raramente si sa a che cosa serva.
Pur non essendo tra i minerali più abbondanti nel nostro organismo (il 5% sul totale), il potassio è indispensabile alla nostra buona salute.