È vero, ormai siamo in autunno… ma le cozze sono troppo buone e non si può non mangiarle tutto l’anno, anche se i mesi migliori per acquistarle sono quelli senza “r” (il periodo ottimale va da maggio ad agosto), quando il mollusco è particolarmente saporito.
La preparazione a base di cozze che vi proponiamo è comunque gustosa e sostanziosa, perfetta anche per i mesi autunnali: Cozze ripiene alla Flo, una vecchia ricetta di famiglia di Floriana Campodonico, tipica dell’isola d’Elba.
Floriana è una grandissima appassionata di cucina, conosciuta anche lei nel grande gruppo Facebook “Quelli che… non solo i dolci”, lei non ha un suo blog, ma condivide con grande generosità le sue ricette ed è sempre pronta a dare consigli.
M: Floriana parlaci di te.
F: Vivo all’Isola d’Elba, sono mamma orgogliosa di due ragazzi e nonna di una bimba stupenda, Alice, che riempie di gioia la mia vita. Ho molteplici interessi, ma da sempre adoro cucinare e preparare dolci per la famiglia e gli amici. Negli ultimi anni mi sono dedicata sempre più a questa mia grande passione che mi dà tanta soddisfazione.
M: Floriana sei davvero brava in cucina e i tuoi dolci sono molto belli. Hai fatto una scuola di cucina? E soprattutto cosa ami cucinare di più?
F: Sono autodidatta, mi piace fare tutto, dalle torte classiche a quelle moderne, per non parlare dei lievitati, piatti innovativi, insomma di tutto di più! Mi piace sperimentare e sono sempre alla ricerca di cose nuove, senza però dimenticare le buone ricette della tradizione che mi riscaldano il cuore e mi riportano a quando ero bambina…Come le cozze che vi propongo in questo articolo.
M: Ma da dove viene questa tua grande passione per la cucina?
F: Non so come sia nata questa passione perché l’ho sempre avuta, forse è nel mio DNA, uno dei miei nonni, che purtroppo non ho mai conosciuto, era un cuoco.
COZZE RIPIENE FLO’
Tempo totale di preparazione: 1 ora e 30 minuti
Difficoltà da 1 a 5 : 2
Ingredienti per circa 1,5 kg di cozze:
1,5 kg di cozze freschissime
200 g mortadella
100 g prosciutto cotto
2 spicchi di aglio
un ciuffetto di prezzemolo
2 cucchiai formaggio grattugiato (grana)
1 uovo grande
la mollica di un piccolo panino
latte q.b. per ammollo del pane
olio evo q.b
sale pepe
1 cipollotto fresco di tropea
700 ml di passata di pomodoro
2 foglioline di basilico
Procedimento:
Per prima cosa preparare la salsa: in un tegame versare un filo di olio evo, far rosolare leggermente il cipollotto e lo spicchio di aglio, aggiungere la passata di pomodoro e qualche cozza tritata, far cuocere a fuoco basso per circa 10 minuti; a fine cottura aggiungere il basilico.
Preparare il ripieno: in una ciotola ammollare la mollica di pane nel latte,strizzarla e metterla in un robot con un piccolo spicchietto di aglio, il ciuffetto di prezzemolo, il formaggio grattugiato, l’uovo e gli affettati; tritare tutto sino ad ottenere un composto ben amalgamato (qualora fosse troppo asciutto,una volta aperte le cozze, aggiungere un goccio del loro liquido). Pepare e regolare di sale. Tenere da parte.
Lavare accuratamente le cozze raschiandole bene, prendere una cozza per volta e aprirla. C’è un modo molto semplice per farlo, una volta capito il meccanismo farete in un attimo. Posizionare il lato piatto della cozza verso l’esterno e premere con le dita in modo che il guscio superiore sormonti leggermente il guscio inferiore. Si otterrà una piccola fessura dove andrà infilato il coltellino fino a separare le due valve. Attenzione però a non staccarle fino in fondo, (è un pochino complicato da spiegare ma a tal proposito ci sono dei video che vi possono aiutare su youtube).
Man mano che le cozze saranno aperte farcirle con una noce d’impasto e richiuderle, sovrapponendo di nuovo le valve (se le avete aperte bene si richiuderanno benissimo e non avranno bisogno di nessun filo, come vedo fare di solito).
Sistemare le cozze nel sugo riportato a bollore e far cuocere con coperchio per circa 10 – 15 minuti.
Io ho aggiunto un pochino del liquido uscito dall’apertura delle cozze, ma in quel caso fate attenzione a salare.
Servire le cozze ripiene calde con il loro sughetto.
Alcune Curiosità sulle Cozze!
1) Le Cozze sono mitili, molluschi bivalvi che vivono nel Mar Mediterraneo, nel Mar Nero e nell’Oceano Atlantico, si sono poi naturalizzati in diverse regioni del mondo: in Giappone, California, Sudafrica, Australia meridionale e Nuova Zelanda. In queste località, però, il mitilo mediterraneo compete con la fauna locale ed è perciò considerata una specie invasiva, dannosa per gli ecosistemi, a tal punto che compare nella lista delle cento specie invasive più dannose.
2) Le varietà più diffuse sono tre:
– Mytilus edulis: proviene dall’Oceano Atlantico;
– Mytilus galloprovincialis: è tipica del Mar Mediterraneo;
– Modiolus barbatus: è anche chiamata ‘modiola’ o ‘cozza pelosa’, per la fitta peluria che presenta sulle valve.
3) Il colore del mollusco ne rivela il sesso
Dentro alla grossa conchiglia bivalva c’è il mollusco dalle carni pregiate: si trovano alcuni di uno sgargiante colore arancione e altri di un colore giallo molto spento. La differenza è che quelle colore arancione vivo sono femmine, mentre quelle di colore giallo sono maschi.
Le cozze più pregiate sono le femmine perché hanno un sapore più dolce.
4) Proprietà delle cozze
Le cozze rientrano nella categoria dei cibi energetici, vera e propria fonte di proteine nobili, vitamine B e C, sali minerali (potassio, sodio, fosforo e zinco), con proprietà stimolanti e digestive. Svolgono una potente azione antiossidante contro i radicali, rallentando l’invecchiamento, e hanno un forte potere antinfiammatorio che protegge il sistema immunitario. Questi mitili dalla forma allungata sono, inoltre, considerati un cibo afrodisiaco, sebbene questa credenza sia priva di ogni valore scientifico.
5) Per verificare la freschezza delle cozze, la conchiglia deve essere ben chiusa, il guscio deve avere un colore lucente nero e l’odore deve essere leggero e gradevole.
6) Studio delle cozze
Gli scienziati stanno studiando il “bisso”, l’intreccio di fibre e colla naturale che resiste all’acqua e non danneggia il nostro organismo: se si riuscisse a riprodurla in laboratorio, in futuro potrebbe essere utilizzata in chirurgia per le suture, in ortopedia per le fratture e anche per riparare denti scheggiati.
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