Centocelle è oramai una fucina di cucine (mi permettete la rima? Eddai su!) Sono un paio di anni, forse qualcuno in più, che in questo quartiere nascono idee, fioriscono ispirazioni e si concretizzano sogni.
Uno di questi è Kiamì, che in pugliese significa “guarda”, un locale aperto lo scorso 8 Dicembre, dalla proposta gastronomica davvero interessante.
Qui il cliente ha la possibilità di creare un aperitivo o arrivare a degustare una consistente cena, il tutto assolutamente su misura, basandosi semplicemente sulla quantità di piatti che decide di ordinare dal menu. Quest’ultimo, dall’antipasto al dolce, è tutto proposto in versione tapas o tapulias, come ama definirle Vito, il proprietario.
Da Kiamì si possono infatti ordinare tante mini porzioni, che poi proprio mini non sono, tanti assaggi di piatti e magari condividerli con i tuoi commensali;
c’è da notare che tutti i prodotti presenti in menu provengono dalla Puglia (compreso l’olio, ovviamente) e le proposte abbracciano sia piatti di terra che di mare, riscoprendo gli antichi sapori del territorio, per permetterci di fare un viaggio nelle tipicità di questa regione, a prezzi davvero concorrenziali.
E’ per tutte queste premesse che, quando sono stata a cena qui, non ho lesinato sugli assaggi, d’altronde era per dovere di cronaca, no?
E poi già vi ho parlato delle vicissitudini di noi addette ai lavori e del nostro continuo litigare con la bilancia per cui, tanto valeva cedere all’ennesima tentazione culinaria e spassarmela un po’!
Per solleticare l’appetito siam partiti con un cestino di pettole del Salento, sfiziosi bocconcini di pasta fritta; poi il rustico leccese in due versioni (pomodoro e besciamella, piselli e ragout bianco di vitella) a seguire dei freschi nodini di Putigliano e perché no, un paio di porzioni di croccante e gustosa “fcazz barese” (focaccia barese) con pomodoro e origano. E’ a questo punto che sono arrivati i piatti forti, serviti in deliziose stoviglie monoporzioni: orecchiette baresi con cime di rapa e riso patate e cozze, i must tra i primi piatti pugliesi.
Infine polpo in pignata e un’ottima parmigiana di melanzane, con il suo sapore di casa, di buono, assolutamente non unta né pesante ma davvero gustosa con il giusto grado di sapidità. Per concludere la degustazione siamo arrivati a scomodare Sua Maestà il pasticciotto leccese in due versioni: bianco e al cioccolato ma mi avrebbe davvero tanto incuriosito provare il TiramiSud o la Crostata Kiamì… credo che me le riserverò per la prossima spedizione culinaria in quel di Centocelle.
Vicedirettore di questa rivista nonché blogger, giornalista, laureata in comunicazione, parlo di food ma non solo; recensisco locali ed eventi, racconto di persone e situazioni su siti e riviste. Qui su Cavolo Verde – sperando di non essere presa troppo sul serio – chiacchiero, polemizzo, ironizzo, punzecchio e faccio anche la morale.
In sintesi? Scrivo – seriamente – e mi piace. Tanto.
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