Si è concluso davanti ad un sontuoso menù di commiato il tour organizzato dal Consorzio della DOC Merlara per una dozzina di giornalisti della stampa enologica e gastronomica che lo scorso fine settimana hanno potuto toccare con mano l’avanzamento di due importanti progetti volti a reinterpretare la viticoltura della DOC che insiste nei comuni di Merlara, Urbana, Castelbaldo, Montagnana, Casale di Scodosia e Masi in provincia di Padova e i comuni di Bevilacqua, Boschi Sant’Anna e Terrazzo in provincia di Verona.
Una viticoltura di pianura che nell’arco di qualche anno ha raggiunto veri e propri record numerici sia per quanto riguarda l’implemento delle superfici vitate, arrivate a circa 800 ettari, sia per il numero di vignaioli che complessivamente raggiungono quota 5400, la maggior parte dei quali confluiscono in veste di conferitori nella storica Cantina Sociale di Merlara – Cantina Veneta, importante “affluente” del gruppo Collis – che condivide con la Cantna di Colognola ai Colli, Riondo e l’autoctona azienda Bisin&Bisini – Ponte al Masero, la dinamica produttività di una parte del Veneto che sta sempre più caratterizzandosi per i tratti innovativi ed ecosostenibili applicati all’agricoltura e, ancor più significativamente, nella vitivinicoltura.
Emblematici i due progetti della DOC Merlara presentati nella loro evoluzione ai giornalisti coinvolti durante il tour da un vulcanico direttore del Consorzio, Aldo Lorenzoni e dai rispettivi presidente e vice presidente del Consorzio, Luigino De Togni e Antonio Cavaliere.
Tre figure che fin dal 13 luglio 2000, data di riconoscimento della DOC e dal 26 gennaio 2001, data in cui è stato costituito il rispettivo Consorzio di tutela , non hanno smesso un attimo di proferire tutto il loro entusiasmo e la loro preziosa opera per segnare in una zona che aveva conosciuto forti momenti di indecisioni, il ritorno ad una vitivinicoltura di successo e la voglia di superare la crisi grazie all’entusiasmo di competere da protagonisti ad alti livelli mettendo in campo tutte le forze. Chiamate ad ad unirsi per conseguire risultati soddisfacenti e in grado di affrontare le sfide future. Così oltre a nuovi spazi commerciali, una struttura enologica moderna e vini migliori, più pregiati e meglio remunerati, sono state riportate fiducia e prospettive alle imprese.
Ma non solo perché arrivando, ai nostri giorni, oggi i protagonisti di tanto impegno sono, come anticipato, i progetti Green Vision e Risorsa.
Il primo, testato in vigna direttamente anche dai giornalisti nel corso del tour, propone un nuovo approccio allo sviluppo della neoviticoltura di pianura, al fine di perseguire da un lato obiettivi di crescita sostenibile e competitiva delle imprese vitivinicole e dall’altro di assicurare una gestione integrata dell’agro-eco-sistema, finalizzata alla tutela e allo sviluppo equilibrato dell’intero territorio incluso nelle competenze del GAL Patavino, figura pubblica che ha finanziato il progetto. Aumento della sostenibilità ambientale degli agro-ecosistemi viticoli, dunque ,che passa attraverso la sperimentazione e l’introduzione di pratiche agricole e processi produttivi innovativi; promozione della gestione integrata degli agro-ecosistemi, che sia in grado di coniugare le finalità produttive delle aziende agricole, con aspetti di valorizzazione e salvaguardia del territorio e dell’ambiente; incremento della produttività e della resilienza degli agro-ecosistemi, attraverso il potenziamento degli elementi di biodiversità dell’area; sensibilizzazione degli operatori vitivinicoli verso una cultura dell’accoglienza turistica sostenibile, che deriva la percezione dei “valori” della biodiversità, intesa in termini ecosistemici, economici e sociali. Il tutto avvalendosi degli intervneti dei professoni e consulenti delle du società selezoinate per accompagnare la Green Vison del merlara DOC in questo percorso virtuoso: Agrea s.r.l.e WBA Project srl Unipersonale – Impresa Sociale.
Risorsa, di contro, è il progetto che nasce come acronimo di Rete Innovativa per lo Sostenibilità Rurale e Sensibile alla salute e nutrizione del vigneto.
Poche semplici parole per spiegare il progetto messo in atto dal Consorzio Tutela vino DOC Merlara in collaborazione con la vicina Cantina Colli Euganei, Conselve vigneti e cantine società cooperativa agricola e il Consorzio padovano per la difesa.
Si tratta di un lavoro che alla conclusione del progetto vedrà l’installazione di centraline che hanno la funzione di raccogliere tutti quei dati fondamentali per l’impostazione di una difesa fitosanitaria a 360°, in particolare per la gestione della risorsa acqua, bene sempre più prezioso che negli ultimi anni ha subito sia momenti di mancanza che di abbondanza. Importante è infatti assicurare il massimo bilanciamento tra produttività, redditività e rispetto per l’ambiente. Il tutto grazie all’adeguamento di VITE.NET, un sistema di centraline della società Horta SRL, con l’inserimento della rilevazione di dati concernenti appunto la risorsa idrica, fondamentale sia per l’irrigazione della pianta, sia per la quantificazione e il controllo dei trattamenti fitosanitari con l’ottica di ridurli il più possibile. Insomma più che due progetti, il Merlara Green Vision e Risorsa, stanno rivelandosi con sempre più forza la concretizzazione di due disegni a medio e lungo e termine per definire in ogni sua intima parte la vocazione dei vignaioli del secolo scorso che dopo la definizione legislativa della DOC Merlara iniziarono il loro cammino verso la produzione di uve per vini di qualità senza per questo sacrificare il proprio territorio alla mera logica del profitto. Anzi coinvolgendo nel loro percorso anche tutte le altre eccellenze della catena agroalimentare, esempio ne sono il prosciutto Berico Euganeo, le patate e gli ortaggi bio, i tartufi neri dei colli Euganeo Berici, la gallina e il pollo padovano. Piatti serviti proprio nella cena conclusiva del tour igiornalistico lungo quel fantastico paesaggio rurale e vitato che un tempo veniva definito come “bassa padovana” e “bassa veronese”. Terre a cavallo di due provincie che in verità basse non lo sono mai state se non per quanti pensano che coltivare la terra sia solo faticoso lavoro e non vocata passione, come accade per la Merlara DOC,
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