Oggi ho deciso di scrivere un pezzo di “aiuto al maschio” per parlare di uno dei più grandi impasse in cui si ritrovano gli uomini nei rapporti di coppia con l’altro sesso: le liti, che spesso iniziano con un:
– “amore, cos’hai?”
– “niente…”
per poi diventare un fiume in piena di rinfacci, accuse, un profluvio di parole urlate e vomitate, ad opera di quelle puntualizzatrici folli, custodi della verità assoluta, con una memoria che farebbe impallidire un elefante, che poi siamo noi donne.
Eppure, uomini, se voi sapeste i segreti per accedere al cervello di una donna, quanto sarebbe più semplice l’interazione tra i due sessi.
Ah, uomini, se voi conosceste quel paio di frasi ad hoc, le frasi passe-partout che aprono tutte le porte, quelle che risolvono le situazioni, come sarebbe più facile la convivenza “tra le nostre due specie”.
Alcuni di voi, per pura sopravvivenza, per timore di ritorsioni psicologiche, per esaurimento fisico o mentale, credono che darci ragione (o fingersi morti) sia la panacea di tutti i mali, che così facendo le donne si plachino, sazie della loro ragione, appagate nel post orgasmico “scusami amore, hai ragione tu, ho sbagliato” ma invece no, così non è, perché il sesto senso femminile (quell’acume che ci contraddistingue) ci permette di smascherare questi falsi positivi, queste ragioni regalate che costano poco e non valgono di più. Le annusiamo, le percepiamo con la punta della nostra lingua biforcuta ehm… con la stessa innata capacità con cui, entrando in un negozio, adocchiamo subito i capi in saldo.
Dio salvi l’uomo scoperto a regalare ragioni in cui non crede, finti pentimenti e ammissioni di colpa, la vendetta femminile è – in questi casi – qualcosa davanti a cui le ritorsioni di mafia finiscono per sembrare un nonnulla.
Il problema alla base del tutto è che ci sono alcune situazioni, alcune questioni, che impongono un contraddittorio, situazioni dalle quali non potete rifuggire (porelli voi…) dove bisogna mettersi in gioco e districarsi tra questioni mnemoniche per ricordare 1) la promessa fatta dodici mesi fa e oggi non mantenuta 2) il commento non gradito di tre settimane prima 3) varie ed eventuali; durante queste discussioni, davanti a scomode questione, in caso di incertezza, cari uomini, vi do un consiglio che potrebbe, in alcuni casi, valere oro, ascoltatemi attentamente.
Nel momento di maggior bisogno, quando la vostra donna vi ha oramai messo alle corde, quando occupate l’angolo del ring e siete solo in attesa che lei sferri il colpo decisivo che vi metterà ko, trasformatevi in un pargolo ottenne, che scruta l’adulto con occhi curiosi, guardate attentamente e intensamente la vostra donna negli occhi, chinate leggermente la testa da un lato, crucciate la fronte quasi ad assumere un atteggiamento che simuli una reale concentrazione, fate per parlarle, fermatevi, deve sembrare che voi stiate soppesando bene le parole da pronunciare, questo creerà pathos e alzerà il livello di curiosità del vostro carnefice e uscitevene così, sinceramente, spontaneamente, quasi ingenuamente, pronunciando queste paroline:
“Ma… Sai che Ti. Trovo. Dimagrita.”
E come il mare dopo una tempesta, come il primo raggio di sole dopo un temporale, come la vista di un bagno dopo una giornata passata in riunione, se siete fortunati potreste vedere il viso della vostra Lei distendersi, un sorriso spuntarle spontaneo a tendere le sue labbra all’udire l’inaspettata frase; se siete convincenti, se siete stati davvero convincenti (e se lei è un esemplare di donna comune, sempre in lotta con la bilancia e con i chiletti di troppo), potrebbe addirittura dimenticarsi di che cosa stavate parlando prima che pronunciaste questa frase magica, la frase che tutto può, tutto appiana, tutto placa e rispondervi con un “tu trovi?”.
E’ fatta! Avvalorate la vostra stessa tesi con l’impeto di Mel Gibson quando interpretava William Wallace in Braveheart e mettetevi il cuore in pace, pronti a sentirla parlare di creme dimagranti che allora effettivamente funzionano, sedute di cavitazione miracolose e convenientissimi abbonamenti in palestra di coppia.
Siete salvi! Certo, fino al prossimo match!
Vicedirettore di questa rivista nonché blogger, giornalista, laureata in comunicazione, parlo di food ma non solo; recensisco locali ed eventi, racconto di persone e situazioni su siti e riviste. Qui su Cavolo Verde – sperando di non essere presa troppo sul serio – chiacchiero, polemizzo, ironizzo, punzecchio e faccio anche la morale.
In sintesi? Scrivo – seriamente – e mi piace. Tanto.
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