L’altro giorno in cucina piangevo.
Sì, stavo tritando le cipolle e pareva che niente potesse fermare tutte le lacrime. Visto che le idee migliori vengono in cucina mi sono trovata a pensare: “Ma che santo dovrei pregare per non farmi lacrimare gli occhi quando taglio le cipolle?”.
E così ho scoperto che il santo patrono dei cuochi è San Francesco Caracciolo, festività il 13 ottobre, nato in provincia di Chieti a Villa Santa Maria, universalmente riconosciuta come patria dei cuochi più bravi del mondo.
Ed esiste anche una preghiera dei cuochi a San Francesco: “O umilissimo San Francesco, adoratore e apostolo di Gesù Pane di vita, che rinunciasti ai beni e agli onori terreni per metterti pienamente al servizio di Dio e del prossimo più povero e più bisognoso di aiuto materiale e spirituale, noi Cuochi ti ammiriamo e a te ci rivolgiamo come nostro Patrono particolare. Tu che fosti profondamente unito a Cristo, Pane spezzato per la vita del mondo, aiutaci a saper promuovere, attraverso la mensa che prepariamo, rapporti più umani e fraterni per contribuire alla diffusione nel mondo della pace e dell’amore di Dio. Infondi in noi e in tuffi gli uomini il desiderio e il gusto della Mensa della Parola e del Pane di vita eterna, ottieni da Dio grazia e benedizione sulle nostre famiglie e sul nostro lavoro, aiutaci ad essere sempre degni figli di Dio per poter meritare di partecipare, al termine del nostro cammino terreno, alla tua gloria e alla beatitudine di tutti i Santi in cielo”.
La vostra specialità è invece la pizza? Nessun problema, potete affidarvi a Sant’Alberto di Lovanio, festività 21 novembre, patrono dei pizzaioli e dei fornai.
Siete un ristoratore? Allora potete rivolgere le vostre preghiere a San Teodoro di Ancira, che si festeggia il 18 maggio. Era un oste che venne martirizzato per essersi convertito al cristianesimo.
Il 6 febbraio i caffettieri invece hanno il loro patrono: Sant’Amando di Maastricht, che è anche il protettore dei fabbricanti di aceto, dei commercianti di vino e dei lavoratori della mostarda.
I sommelier si possono affidare alle cure di San Martino di Tours, 11 novembre, il famoso “San Martino, castagne e vino”. È anche il patrono dei fabbricanti di botti, degli ubriachi e degli alcolizzati guariti.
San Paolo di Verdun, che si festeggia l’8 febbraio, è il protettore dei pasticceri e dei panettieri, proprio perché moltiplicava il pane da distribuire ai poveri.
E per il vino?
Beh, i santi partoni sono moltissimi, a iniziare da Noè. Capirete, dopo tutti quei giorni in mare appena sceso a terra dall’Arca piantò una vigna che crebbe subito miracolosamente. Lui bevve il succo di quella pianta e cadde a terra ubriaco. Et voilà, ecco qui il primo santo protettore degli avvinazzati!
Ma i santi patroni di chi produce vino sono tantissimi davvero, ogni Paese ne ha uno e in Italia se ne registrano quasi uno per Regione.
Come sant’Urbano, spesso ritratto con un grappolo di uva in mano, invocato per una buona vendemmia.
Oppure San Barnaba, che viene invocato contro la grandine che ha il potere di distruggere tutto il raccolto di vino.
O San Zeno, grande esperto di vino, invocato dai produttori di vino novello soprattutto in Veneto.
Come vedete ci sono davvero tanti santi protettori del cibo e del vino, segno che queste due cose sono essenziali per la nostra esistenza ed è quindi nostro dovere onorarli.
Dopotutto siamo in un sito enogastronomico, no?
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