Non voglio apparire saccente, preziosa o elitaria ma lo apparirò.
Io non mi vendo.
Ora, capisco che un titolo simile potrebbe essere fuorviante soprattutto se associato a una foto che ritrae vari centimetri delle mie cosce (avvolte in delle modaiole calze a rete, per giunta) ma la verità è che non tutti i giornalisti scrivono e raccontano solo di fatti belli e prodotti gustosi come invece farò io questa sera. No.
Alcuni potremmo definirli un po’ facili, volteggiano da un evento all’altro, guizzano e strizzano l’occhio a destra e manca, si emozionano a comando e consigliano qualunque locale, alimento e situazione gli venga suggerito insomma, per farvela breve, fanno più marchette delle signorine arzille che girano sulla Salaria (nota strada romana famosa per la presenza di prostitute).
Io no.
Per questo e per basilari motivazioni legate alla mancanza di tempo mi sono imposta di selezionare accuratamente gli eventi a cui partecipo.
Solitamente, nella scelta, vado a istinto. Se la situazione supera la prova “sensazione a pelle” allora apro l’agenda e cerco di capire se l’istinto può avere uno sfogo concreto e trasformarsi in impegno. Se così è, allora via libera alla serata.
Sì perché il 90% degli eventi avvengono di sera. Come questo di cui vi parlerò, uno di quelli a cui ho partecipato in qualità di “blogger” – “giornalista” – ”vicedirettore editoriale” – ”e poi te lamenti pure che non hai una vita e dove lo trovi il tempo di vivere con tutti sti lavori?”
L’occasione era speciale, un incontro di sapori forti ed elitari: vodka e caviale e per la precisione Vodka Russian Standard e caviale Calvisius.
In prima fila, davanti a una sorridente stangona russa che ci illustrava a dovere le caratteristiche delle cinque vodka in degustazione, ho appreso varie notizie sul distillato trasparente venuto dal freddo che ignoravo beatamente fino a quel momento, è stata una serata inebriante e istruttiva.
Intanto sappiate che la Vodka Russian Standard è la vodka russa più distribuita nel mondo (in ben 98 paesi) ed è tra i pochi prodotti ad avere ottenuto il riconoscimento ufficiale di Vodka Originale Russa concesso proprio dal Governo Federale; ho appreso che “vodka” significa “acqua della vita” perché ancor prima che fosse scoperta la penicillina la vodka era l’unica medicina utilizzabile in Russia e che le migliori vodka sono prodotte con solo grano.
Abbiamo avuto modo di degustare Russian standard original, Russian standard gold (la vodka che i russi bevono sotto Natale), Russian standard platinum, Imperia vodka e Kauffman vodka (definibile come il limoncello russo).
Dopo un primo sorso di ogni tipologia, per poterne apprezzare i sentori, abbiamo associato al distillato il caviale, perché – forse voi non lo saprete – ma il gusto salato e grasso del caviale si sposa perfettamente con la vodka. Il caviale era italiano, il Calvisius Siberian, una delle prelibatezze più raffinate della gastronomia mondiale, prodotto a Calvisano, un caratteristico paese della pianura bresciana.
Per poter godere appieno dell’accostamento ci è stato consigliato di scaldare un poco il caviale spalmandone un cucchiaino sulla mano (segue foto esplicativa) e poi leccarlo via bevendoci su un sorso di vodka.
E’ stato così che ho preso una manciata di quelle piccole perle nere, le ho stese morbidamente sul dorso della mia mano, le ho avvicinate alla bocca succhiandole via e leccandone il residuo e le ho annaffiate di vodka, lasciando che il liquido incolore scivolasse giù per la trachea fino a spandere i suoi vapori e inebriarmi definitivamente.
Inutile dirvi che oramai saranno da me banditi cucchiaini di plastica e di madreperla (gli unici utilizzabili per mangiare caviale, visto che quelli di acciaio generano ossidazione) e mangerò caviale solo leccandolo dal dorso della mia mano?
Nàima Tomaselli
Vicedirettore di questa rivista nonché blogger, giornalista, laureata in comunicazione, parlo di food ma non solo; recensisco locali ed eventi, racconto di persone e situazioni su siti e riviste. Qui su Cavolo Verde – sperando di non essere presa troppo sul serio – chiacchiero, polemizzo, ironizzo, punzecchio e faccio anche la morale.
In sintesi? Scrivo – seriamente – e mi piace. Tanto.
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