Al via il 15 ottobre il primo National Wine Clash che metterà allo stesso tavolo – letteralmente – osti e dj, appassionati e intenditori di vino e di reggae. L’evento, organizzato da Supernaturale e che si svolgerà alla Città dell’Altra Economia a partire dalle ore 12 fino a mezzanotte, offrirà ai partecipanti la possibilità di giocare e allo stesso tempo di degustare ben 140 vini naturali scelti da 20 dei migliori osti italiani. Il tutto mescolato al sound jamaicano di Pier1 di One Love Hi Powa, Bass Unit e Macro Marco.

“Il wine clash nasce dall’idea di mescolare la cultura delle sfide tra sound system – nate tra liquor store Jamaicani – con il nostro mondo del vino artigianale” hanno raccontato Riccardo Zamurri e Andrea Romeo, rispettivamente CEO & Chief Marketing Officer e Chief Operations Officer di Supernaturaleazienda dalle competenze trasversali che si occupa di aiutare le imprese nella transizione ecologica e nello sviluppo di consumi sostenibili.

Il pubblico potrà partecipare alle sfide comprando i gettoni per pagare i clash, degustare e votare i vini in gara (5 € per n. 2 gettoni per le eliminatorie, 10 € per n.4 gettoni per le fasi finali). Le enoteche in sfida, superate le eliminatorie, passeranno ai quarti di finale, poi alla semifinale e alla finale che sancirà la squadra vincitrice. Non mancherà certamente la possibilità di incontrare gli osti e di parlare di vino e di territori alla scoperta di nuovi gusti e storie lontane. Enoteche e vignaioli, infatti, promuoveranno e venderanno i loro prodotti mentre il Collettivo Gastronomico creerà un menu apposito per l’occasione.

 

 

 

 

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Sono nata e vivo a Roma. Mi sono laureata in Lettere alla Sapienza e dopo un master in Web Marketing e New Media ho lavorato nel settore della Comunicazione e degli eventi. Oggi mi occupo di divulgazione cinematografica in ambito museale e amo viaggiare in maniera spasmodica. Sono cresciuta in una famiglia di astemi, ma visto che ho sempre fatto il contrario di tutto e di tutti, ad un certo punto della mia vita ho deciso di diventare sommelier. Amo il vino in tutte le sue sfaccettature, ma quello che mi piace di più è indagare i legami e scoprire le intermittenze che ci sono tra il mondo del vino e quello dell’arte. Le mie degustazioni sono sempre delle occasioni per condividere, con amici e curiosi, le suggestioni e i richiami tra le note sensoriali di un vino e l’universo artistico. Forse la mia si può chiamare deformazione professionale, ma ormai non riesco più a coltivare le mie passioni per il cinema, il cibo e i viaggi senza condirle con tannini e perlage.