Chiedete ad un sardo emigrato qual’è il profumo che sente appena sbarcato in terra natia: vi dirà il profumo di elicriso!
Anche per i turisti, non avvezzi a questo profumo, questa pianta sarà indissolubilmente legata ai ricordi delle loro vacanze in Sardegna.
Complice una minivacanza al mare di due giorni, con figlia e cane, perennemente circondata dal profumo di elicriso, mi sono decisa, al rientro, di fare scorta di questa meravigliosa pianta, che abbonda anche nella mia campagna.
Ed eccomi a scovare ricette per utilizzare i tanti fiori colti.
Intanto li ho fatti seccare per bene.
E oggi ne ho utilizzati 20 g per preparare il liquore, con mezzo litro di alcool. Adesso tappo la bottiglia e la conservo al buio per un mese. Successivamente andrà filtrato il tutto, pigiando per bene i fiori, e aggiunto lo sciroppo di zucchero (100 g di zucchero in 800 cc di acqua, scaldato per sciogliere lo zucchero e successivamente fatto raffreddare prima di essere aggiunto).
Con altri fiori secchi ho preparato un olio che tornerà utile per l’inverno contro gli arrossamenti e i geloni (50 g di fiori in 250 cc di olio extravergine di oliva, da conservare in un barattolo di vetro scuro e filtrare dopo un mese e mezzo ).
Ma ho scoperto che l’elicriso si presta anche in cucina! Quindi preparerò un trito aromatico di foglie e fiori secchi da aggiungere alle altre erbe aromatiche per insaporire i piatti. Pare, infatti, ricordi un po’ il sapore del curry.
Non solo evocativo, l’elicriso ha molte proprietà: è lenitivo per pelli arrossate e screpolate dal freddo o dal sole, e antiage, infatti trova impiego in molte creme antinvecchiamento, oltre ad essere rivitalizzante per i capelli, espettorante e calmante della tosse.
L’elicriso è spesso presente nella cultura sarda.
È molto legato ai rituali “del fuoco” delle feste di San Giovanni.
In particolare in alcune località della Sardegna in passato era tradizione lavarsi le mani, al mattino della festa di San Giovanni, con l’acqua che veniva preparata la sera precedente.
Il tutto avveniva per immersione dei mazzetti di elicriso, assieme ad altre piante aromatiche, ugualmente rituali, in numero dispari.
In Gallura, sempre durante la festa di San Giovanni, veniva utilizzato l’Elicriso per alimentare i fuochi che venivano saltati dai ragazzi in coppia.
In questo modo un ragazzo ed una ragazza, tenendosi per mano divenivano “cumpari e cumari de miccalori“, (compare e comare di fazzoletto).
Sempre in Gallura, in occasione del parto, prima che nella stanza entrassero gli estranei, la donna gravida si cospargeva con un oleolito preparato con erbe aromatiche tra le quali non poteva mancare l’elicriso.
Probabilmente si deve questa usanza alle proprietà balsamiche ed antibatteriche dell’elicriso.
Una cosa è certa: ho tutta la casa che profuma di elicriso!
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