Il picchiapò è un piatto della tradizione romana, uno di quelli che trovi più nelle case che nei ristoranti. E la cosa più particolare è che lo conoscete tutti.
Infatti, il picchiapò, assieme a Vittorio Gassman, Nino Manfredi e Stefania Sandrelli, è uno dei protagonisti del film C’eravamo tanto amati di Ettore Scola. Spesso i protagonisti si trovavano in una trattoria a mangiare, quella della famosa “mezza porzione”, e qualche volta prendono questo piatto che altro non è che lesso avanzato ripassato con cipolle pomodori e alloro.
Questa è una ricetta di recupero, quando avanza del lesso, ma se siete come me e non vi avanza mai nulla quando preparate, allora potete cucinare la carne apposta per questa pietanza, tanto poi il brodo lo potete tenere e congelare e utilizzare per altre cose. Altrimenti che cucina di recupero sarebbe?
Adesso vediamo come si fa il picchiapò, grazie alla ricetta che mi ha regalato una gentile signora di Trastevere, dove ormai mi conoscono. Vado sempre alla ricerca di piatti romani quasi spariti, li mangio, li assaporo, mi innamoro. E a volte mi innamoro così tanto che cerco di carpire le ricette e i segreti. Devo dire che ho sempre trovato persone gentili che mi hanno donato i loro segreti.
Mi hanno detto anche che il nome del piatto può derivare o dal fatto di “picchiare” la carne sul tagliare, oppure dal fatto che siccome deve essere piccante allora “picca”! io però vi confesso che non ho usato il peperoncino perché non lo amo, però se voi provate, fatemi sapere se pizzica davvero come dicono.
Ecco la ricetta tradizionale che mi hanno regalato: tagliate parecchie cipolle e fatele appassire in olio, aggiungete un peperoncino a pezzi e fate andare un po’. Aggiungete ora i pelati o i pomodori tagliati a pezzi e due foglie di alloro, fate rapprendere e poi aggiungete la carne sfilacciata. Fate andare fino a che non si è ben ristretto, magari unite una mestolata del brodo della carne e buon appetito!
Photo Credits: https://corrieredipanama.com/
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