Nuova apertura a Roma di Cult Burger and Things, in via Ostia 29. Chi è di questa città sa bene quanti e quali locali si fanno concorrenza, soprattutto in una zona come Prati.
Ma… C’è un ma! Perché la novità che propongono i proprietari Matteo e Federica, appena traslocati dal bistrot di via Cavour, è la cottura sottovuoto. Una scelta coraggiosa, se consideriamo che la particolarità del classico hamburger è quello di essere “piastrato” velocemente affinché si sigilli e formi una crosticina croccante all’esterno che racchiude un interno morbido e al sangue.
I vantaggi della cottura sottovuoto però – mantenimento dei principi nutritivi, cottura uniforme, maggiore digeribilità, tra gli altri – non sono da sottovalutare per chi vuole soddisfare il palato senza sentirsi eccessivamente in colpa, o per chi proprio non tollera la cottura al sangue.
La carne, infatti, che qui da Cult proviene da un allevamento etico e biologico abruzzese, dopo diverse ore di cottura a bassa temperatura, ha un colore appena rosato, mantiene il gusto, ma non il sapore o il colore del sangue.
L’hamburger nelle sue infinite declinazioni non è, però, l’unica scelta di questo locale di tendenza, dove il menu presenta un ampio assortimento di piatti ispirati allo street food made in USA, inclusi pulled pork e pastrami, di non scontata reperibilità da noi.
Ma veniamo agli assaggi. Abbiamo iniziato con strisce di pollo e chutney al bergamotto, polpette di merluzzo su salsa al nero di seppia, bocconcini di melanzana su crema di parmigiano, alette di pollo in salsa teriyaki e spring onions, pastrami sandwich con mostarda di cipolle e cetriolini sottaceto e – come farne a meno? – onion rings.
Dei vari hamburger abbiamo assaggiato il classico cheeseburger (cheddar, guanciale amatriciano, insalata, pomodoro e salsa BBQ), l’italiano (pesto, ricotta di bufala, concassé di San Marzano e insalata), il Los Pollos (pollo panato in cornflakes, salsa teriyaki, coleslaw e insalata), e il Diablo (caciotta, cicoria, jalapeño e habanero), il cui grado di piccantezza, da cui eravamo stati prudentemente quanto inutilmente messi in guardia dai proprietari e che traspariva già chiaramente dalle lacrime sul volto sorridente del collega più coraggioso, ho voluto sperimentare di persona con un morso che mi ha lasciato le labbra anestetizzate per un buon quarto d’ora. Davvero per palati audaci!
Ed ecco arrivare in nostro soccorso gli assaggi dei dolci:
un cremoso alla fragola e vaniglia con fragole arrosto su sbriciolata di frolla al cioccolato bianco con scaglie di meringa al lime e gel di fragole, una cheesecake al passon fruit con scaglie di cioccolato bianco e un dolce di mascarpone al caffè arabica e cioccolato, mandorle sabbiate e scaglie di cioccolato bianco con, al lato, alkekengi su crema al burro-caffè.
Le proposte di Cult sono varie. Il locale offre, tra l’altro, un menu brunch e un menu pranzo.
Una parola va senz’altro spesa per le salse, tutte rigorosamente homemede, e per la birra Santa Lucia, proveniente da un microbirrificio artigianale ciociaro: gradevole scoperta.
A fare da contorno al cibo l’arredamento del locale – che a breve aprirà anche una sala al piano inferiore – sui toni dominanti del grigio, del rosso e del nero con spruzzate di blu, e il sorriso che accompagna gli addetti al servizio di sala, che rende l’atmosfera piacevole e rilassante.
Quindi, parafrasando una nota canzone: …poi la strada la trovi da te, porta all’hamburger che non c’era e che ora c’è!