Immaginate la scena.
Siete in cucina e state pensando a cosa preparare da mangiare al vostro uomo, che sta per rientrare e che non vedete da tempo. Riflettete un attimo e decidete che, oltre a nutrirlo, avete voglia di riaccendere la passione, visto che non lo vedete da molto, e così optate per un buon piatto di cervello di piccione.
Perché fate quella faccia?
Ah, certo, forse vi manca un pezzo: non vi ho detto che siamo nel periodo del Medioevo e state aspettando il vostro eroe andato in guerra, una qualsiasi.
Eh sì, come sono cambiati i cibi afrodisiaci da un secolo all’altro, non trovate? Questa volta parleremo del Medioevo, ma aspettatevi anche una puntata sul Rinascimento, quando Caterina Sforza da Forlì, studiosa di bellezza, che in uno dei suoi scritti affermava che “nulla di meglio esisteva dell’estratto di verga di asino essiccata.”
Tornando a noi, recentemente si è potuto scoprire quali erano i cibi considerati afrodisiaci nel Medioevo, grazie alle liste di proscrizioni di alcuni cibi scritte da ordini monastici.
Ecco quindi che, per risvegliare la passione, in quei tempi avreste dovuto preparare cibi “caldi, ventosi e duri da digerire”: ceci, fave, cipolle, porri, cavoli, melanzane, castagne, pinoli, mandorle, fichi secchi, le spezie e soprattutto i tartufi che si pensava aumentassero “l’appetito del coito”, come dice il medico Baldassarre Pisanelli. Onestamente, quando ho letto queste frasi, mi è saltata all’occhio l’etimologia della parola tedesca per tartufo, “truffel”, che affonda le sue radici nella parola diavolo, “Teufel”. Quindi un cibo demoniaco che aiuta sotto le lenzuola.
Ma ci sono anche i pesci in queste liste di proscrizione e tra questi le ostriche, i granchi di fiume e le uova di tutti i pesci.
Come già detto il cervello di alcuni uccelli era considerato il non plus ultra: oltre ai piccioni, anche i passeri erano la prelibatezza afrodisiaca molto gettonata. Fin dai tempi di Aristotele, infatti, si pensava che questi uccellini potessero accoppiarsi ben ottantatré volte nel giro di un’ora.
Beati loro!
Infine, i cibi più scontati: i testicoli di agnello e di toro, meglio se mangiati crudi per via della quantità di testosterone contenuta.
Come spezie, le più gettonate erano il pepe e la noce moscata, anche se sembra che quest’ultima fosse consigliata più per gli uomini che per le donne.
Insomma, come si può vedere, possono essere cambiati i gusti e i cibi, ma la voglia di sperimentare con l’amore e gli alimenti quella no, non è cambiata.
E ricordate sempre il motto degli antichi romani: sine Bacco et Cerere frigescit Venus, senza all’aiuto di Bacco e Cerere, Venere languisce.
E se lo dicevano loro…
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