C’era una volta Francesca.
Francesca è una bella ragazza, diligente, precisa, in una parola ‘tedesca’, come la definisce scherzosamente suo padre. Cura molto l’alimentazione e, dopo aver frequentato la scuola alberghiera, sta per laurearsi in scienze e tecnologie erboristiche. Poi, un giorno, Francesca si ammala. Non è una cosa da nulla, ma lei è caparbia e continua a studiare e preparare la sua tesi in ospedale. Ne cambia però l’argomento e comincia a scrivere di alimentazione oncologica, prendendo nota di tutto ciò che avviene attorno a lei. Francesca lotta, ma la malattia è più forte e un bel giorno d’estate se la porta via.
Un momento: la storia non è finita. Il dolore investe la famiglia. La annienta. Chi ci è passato lo sa…
Trascorre un anno. Arriva una telefonata dall’università: a Francesca viene conferita la laurea postuma. È a questo punto che comincia la vera storia di cui vogliamo parlarvi, una storia che conta, che graffia, che dura.
Con la laurea in mano Marco, il papà di Francesca, si riscuote e prende coscienza dell’importanza del lavoro di sua figlia, non solo come eredità affettiva per i familiari, ma soprattutto come guida per chiunque si trovi ad affrontare un percorso difficile, a tu per tu con la malattia e le cure relative, fortemente debilitanti. Bisogna fare qualcosa, ma qualcosa di grande. I dubbi sono tanti: tra l’altro, Francesca era una ragazza molto schiva e non avrebbe amato il clamore. Vero. Ma Francesca era anche donatrice di sangue, istruttrice di nuoto con brevetto di bagnina ed essere utile agli altri era per lei davvero la cosa più importante. Nasce così la Onlus a suo nome e, dalla tesi corredata di consigli di esperti, medici nutrizionisti e chef stellati, prende forma pian piano il libro Il Cibo Ideale.
La Francesca Pirozzi Onlus ha principalmente due obiettivi: creare contenuti utili a chi affronta la malattia oncologica e aiutare concretamente la ricerca.
A breve il sito verrà rinnovato – ci dice papà Marco – e conterrà una serie di novità che lo renderanno più utile e fruibile. Ad esempio, vogliamo creare una rubrica dove esperti e medici rispondono alle domande degli utenti. È importante che chi si ammala non si senta solo e sia aiutato ad orientarsi tra tanta confusione. Un percorso caotico e tortuoso aspetta in effetti chi già deve affrontare il dramma della malattia e a volte basta un’esperienza condivisa, un input qualunque a fare la differenza. Fondamentale fare fronte comune – dice Marco.
Per quanto riguarda l’aiuto alla ricerca, niente è affidato al caso: c’è un progetto preciso, c’è un luogo e c’è una somma da raggiungere.
Il progetto riguarda una classe di molecole in grado d’interferire con la struttura del DNA e indurre una risposta biologica interessante nei modelli di cellule tumorali. Il posto è il Dipartimento di Scienze Molecolari dell’Università di Urbino e la somma è 150mila euro, divise in tre tranche su un arco temporale di tre anni. Io immaginavo somme stratosferiche… Intendiamoci, non è poco, però è fattibile – dice Marco. La prima tranche è stata regolarmente consegnata a dicembre. A breve sul sito sarà anche possibile seguire step by step l’andamento delle donazioni e i progressi dei ricercatori – aggiunge. Per donare si può acquistare un’opera d’arte nella sezione ‘Artisti per Francesca’, il libro Il Cibo Ideale e perfino i pixel della copertina.
Il volume è ormai presente anche sugli scaffali di diverse librerie della penisola.
E chi l’avrebbe detto quando mi sono buttato in quest’avventura? – racconta Marco – Ho tentato la strada degli editori, ma niente. Sono uno che non si arrende facilmente, quindi ho fatto da solo e in fondo è stato un bene perché ora alla ricerca non vanno solo le briciole che restano quando c’è di mezzo una casa editrice. Se avessi dato retta a tanti, non avrei avuto il coraggio di avvicinare chef famosi e professionisti vari; invece mi sono buttato e ho riscontrato una grande disponibilità da parte di tutti. Alla fine il libro vede la luce, viene indetta una conferenza stampa e comincia a girare in occasione di eventi a tema, suscitando un interesse enorme. Ammirati dalla grande determinazione di questo padre, gli chiediamo se c’è qualcosa che lo spaventa. Marco resta un attimo in silenzio e poi ammette: Una cosa in effetti c’è. Io sono consulente di marketing per aziende e a volte può capitare di perdere un cliente. Quando accade, si accusa il colpo, ma ci si ributta a capofitto nel lavoro e si cerca un nuovo cliente. Qui è diverso. In gioco è bene altro. Ormai ho imparato come funziona: dopo un passaggio in TV, le librerie chiamano…
Ma se i riflettori all’improvviso si spegnessero? È questa la mia paura più grande, forse l’unica. Sarebbe come se Francesca morisse per la seconda volta. Non è accettabile, quindi non mi fermerò. Mai.
Personalmente riteniamo assai improbabile che i riflettori si spengano. Noi del libro abbiamo sentito parlare per la prima volta qualche settimana fa al Nuovo Teatro Orione di Roma, nell’ambito di una serata dedicata all’alimentazione oncologica. Il Cibo Ideale è stato il protagonista del primo appuntamento di Costellazione Cancro, una rassegna di quattro incontri a ingresso libero tra gennaio e aprile, nata dalla volontà di sensibilizzare e informare a tutto tondo sui percorsi oncologici. Il progetto di Marco Pirozzi mira però ora a crescere e uscire dall’ambito strettamente legato alla patologia. Il libro vuole essere una guida alla sana alimentazione destinato a tutti. È tempo di fare uno scatto in avanti – continua Marco – e sono in preparazione diverse iniziative: dalla creazione di un comitato scientifico all’istituzione di corsi sull’alimentazione, congressi durante i quali, nelle pause, gli chef cucinano; dalla joint venture con altre associazioni a quella coi produttori e ancora alla partecipazione a fiere enogastronomiche e a qualunque altro evento legato al cibo di qualità. In fondo – aggiunge Marco – il format medici e food è una novità totale.
Altro che riflettori spenti: questa è una storia che non avrà mai fine, una saga a episodi di numero imprecisato che terminano con la formula magica del to be continued… E noi ci sentiamo di concludere semplicemente: c’era una volta Francesca… e c’è ancora!
Maria Cristina Di Nicola