Uomini, donne e bestiacce varie…
Immaginatevi tre donne in età da marito.
Immaginatele senza, un marito.
Immaginatele intelligenti, argute, più o meno carine; economicamente indipendenti, forti fuori ma fragili all’interno. Cazzute ma romantiche, dolci ma pragmatiche.
Mettetele intorno a un tavolo in un bel localino romano, Lumiére, in zona Prati, sotto decine di piccoli lampadari appesi al soffitto e sopra un pavimento fatto di mattonelline esagonali dai toni pastello, un bistrot romantico molto parigino, molto cool, del genere “non importa cosa mi metti nel piatto, importa che io ci sia passata, per di qua, conta che ti abbia vissuto anche solo una sera, perché già so che io non ti dimenticherò”.
Ecco, immaginatele mentre si aggiornano sulle loro vicissitudini amorose, dove la parola “sfiga” regna sovrana, per nascondere tutt’altro, quello che è difficile dire e ammettere anche a sé stesse.
Tra piatti veg, finger food e cocktails variopinti finiscono per generalizzare, categorizzare e infilare uomini (e donne) in caselle che calzano a pennello e io, che sono sociologa di formazione accademica e sono una delle tre, mi son chiesta: perché non scrivere un articolo per ridere un po’ di noi, gli esseri umani appunto, e delle nostre manie e particolarità, dividendoci in categorie umane?
Riassumendo(ci)…
L’elastico
L’elastico è colui che più lo allontani più ti si riaccosta.
Decidi di troncare, non ce la fai più, non ti ama/non ti merita/è ‘no stronzo.
Così sparisci.
Bene.
Sei sparita? Lui ti scrive su WhatsApp.
Tu non rispondi? Lui ti riscrive.
Continui a non rispondere? Lui ti chiama.
Tu gli dici che non vuoi sentirlo? Lui si accorge che non può star senza di te.
Tu lo ignori? Diventi la gioia mancata più grande della sua vita.
Tu, sfinita, cedi e torni, gli proponi un romantico tête-à-tête davanti a un calice di vino? Lui ti guarda e fa: ehi tu? Ma chi sei, che vuoi da me?
L’uomo accollo
Donne, avete voluto la parità dei diritti, avete voluto l’indipendenza economica?
Bene, ora beccatevi l’uomo accollo!
Colui che vi valuta solo come un mezzo di sostentamento con le tette.
Adora la buona cucina, i locali alla moda, i ristoranti stellati ma sopra ogni cosa ama il fatto che siate voi a pagare la cena.
L’uomo accollo lo sgami subito, perché sei donna, mica scema.
Basta fissarlo negli occhi, se alle paroline: casa di proprietà, mutuo estinto, promozione, “nipote preferita della ricca zia morente” (questa è lunga ma funziona) i suoi occhi emetteranno un luccichio sospetto, appena percepibile, è fatta! Siete davanti a un uomo accollo.
La prova finale? Ditegli che siete figlia unica, se ghignerà, è lui!
Fuggite. Di corsa!
L’accumulatrice seriale
L’accumulatrice non punta sulla qualità. Punta sulla quantità.
Risaputa amante degli “all you can eat” lei è Saturno e vive di satelliti.
Ha sempre 3-4 uomini intorno. Intorno nel senso che uno sta sopra, uno sta sotto e un altro paio guardano.
Lei, sola, non ci sa stare, potremmo definirla “gatta morta” se non fosse che dentro di lei arde il fuoco di una zoccola viva (battuta non mia, purtroppo). Non si è ancora capito se lo faccia per diletto o per vocazione ma la certezza è una e l’hashtag è tutto suo: #maisazia
Lo zerbino
Lo zerbino è ai vostri piedi, sempre.
È una certezza come i brufoli degli adolescenti o lo sciopero dei benzinai nei week end estivi. Lo zerbino è vittima di sé stesso e della sua convinzione che l’essere sempre a disposizione della persona amata lo renda desiderabile. In realtà l’averlo sempre a disposizione lo rende desiderabile tanto quanto il prezzemolo tra i denti. Mentre pensa che facendo così farà goal nel cuore della persona amata, ignora, porello lui, di non essere mai entrato in partita, men che meno nella rosa dei convocati. Diciamo che nel campionato dell’amore lui è determinante quanto il tizio che vende i gelati sugli spalti. Né più, né meno…
To be continued…
Vicedirettore di questa rivista nonché blogger, giornalista, laureata in comunicazione, parlo di food ma non solo; recensisco locali ed eventi, racconto di persone e situazioni su siti e riviste. Qui su Cavolo Verde – sperando di non essere presa troppo sul serio – chiacchiero, polemizzo, ironizzo, punzecchio e faccio anche la morale.
In sintesi? Scrivo – seriamente – e mi piace. Tanto.
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Su quest’ultimo punto mi vorrei soffermare. Senza giudicare, senza recriminare, da esterna che guarda il mondo con gli occhi lucidi di una lucità distaccata. Ieri sera sono stata a cena da Domò Sushi… -
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