Il nostro organismo è a base di ferro quanto di carbonio, al punto che il ferro non è considerato un minerale presente nel nostro corpo, ma uno dei suoi componenti principali.

Questo minerale è concentrato nel sangue, ed è per questo che il nostro sangue è rosso.

I crostacei marini infatti, il cui sangue è a base di rame, hanno il sangue verde.

Tutto il ferro presente nell’organismo viene combinato con le proteine e con piccole quantità di rame per la formazione dell’emoglobina, sostanza colorante dei globuli rossi, e della mioglobina, che ha il compito di “fissare” sui globuli rossi l’ossigeno e l’anidride carbonica, per favorire il trasporto del primo e lo smaltimento della seconda in tutti i tessuti.

Un’adeguata presenza di ferro nel nostro organismo aumenta inoltre la nostra resistenza a stress e malattie.

Un’altra azione importante del ferro viene svolta nella produzione di quegli enzimi che agiscono al livello del metabolismo delle proteine.

Il ferro viene assorbito tramite l’alimentazione, ma il 90% del ferro ingerito non viene metabolizzato, ma solo stoccato nei depositi quali la milza e la parte superiore del fegato.

Il restante 10% viene distribuito dall’organismo nel sangue e nel midollo osseo per la produzione e la manutenzione dei globuli rossi.

Il ferro viene raramente eliminato, solo il 5% negli uomini e il 15% nelle donne, che lo eliminano regolarmente con le mestruazioni.

Il resto viene eliminato tramite ferite, sudorazione, urine, feci e ricambio epiteliale (pelle).

Tutto il resto del ferro viene continuamente conservato e riutilizzato.

Molto importante per un buon utilizzo del ferro da parte dell’organismo è la presenza di vitamina C, che ne facilita l’impiego ottimale da parte dell’organismo.

Inoltre è importante la presenza di calcio, rame e fosforo nelle giuste quantità, sebbene un eccesso del terzo possa al contrario rallentarne l’assorbimento.

Un’assunzione insufficiente di ferro si traduce di solito in anemia, i cui sintomi sono di norma pallore, debolezza, stitichezza, mancanza di lucidità e di equilibrio, fragilità capillare, difficoltà respiratorie.

In casi particolarmente gravi si parla di anemia emorragica, caratterizzata oltre che da pallore anche da rottura dei tessuti.

Fattori che possono incidere negativamente sull’assorbimento del ferro da parte dell’organismo sono l’abuso di tè, caffè e tabacco, oltre che di alcolici, che compromettono una corretta attività epatica.

Un altro fattore può essere una dieta vegetariana particolarmente rigida (i “vegani”, che non consumano neppure uova e latte, sono tra le categorie più a rischio).

Il ferro si rintraccia però in moltissimi alimenti, ed è facile farne scorta.

Ne sono fonte primaria la carne, le frattaglie (in particolare il fegato e il cuore), le uova, le ostriche, i legumi e tutti gli ortaggi a foglia verde, oltre che la frutta secca e i cereali integrali, in particolare l’orzo.

Non dimentichiamo inoltre un corretto apporto di frutta fresca per fornire la vitamina C necessaria al suo metabolismo.

Devono accertarsi di assumere abbastanza ferro i vegetariani, gli adolescenti, i donatori di sangue e le donne in gravidanza.

Tutte queste categorie infatti hanno un utilizzo più elevato della norma di questo minerale per il buon funzionamento dell’organismo, e sono quindi più predisposte all’anemia.

In generale comunque la migliore prevenzione per evitare la carenza di questo prezioso “mattone” del nostro corpo è una dieta ben bilanciata e soprattutto onnivora.

Infatti, per quanto si riesca a rimpiazzare la carne con vegetali di vario tipo, è molto difficile assumere tutto il ferro necessario solo con frutta e verdura, anche perché il ferro di origine animale viene assorbito prima e meglio di quello fornito dall’alimentazione strettamente vegetariana.

Anche con un utilizzo attento dei vari alimenti, a lungo termine il rischio di anemia è praticamente inevitabile.

Si consiglia perlomeno di non eliminare dalla dieta le uova.

In fondo, se la natura ci ha creato onnivori, avrà avuto le sue ragioni…

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Nome: Layla.Cognome: Benazzi. Età: 37 (effettivi, dichiarati e documentati…). Città: Genova (forever!). Layla Benazzi nasce in quel di Genova nel 1981. Di natali liguri ma di origini emiliane, coltiva da sempre la passione per la scrittura, coltivazione finora rimasta limitata alla scrivania, ma che ultimamente inizia a dare qualche risultato che non sia quello di appesantire il cassetto. A tredici anni, non avendo ancora scoperto la vocazione della penna, decide di fare della scienza il suo lavoro. Studia come perito chimico all’ITIS Gastaldi di Genova, scuola dedicata al primo partigiano d’Italia, e nel frattempo inizia a scrivere, buttando giù in cinque anni di studi circa 10 romanzi, tutti finiti ormai al riciclaggio della carta. A 18 anni inizia a lavorare, prima in un laboratorio ospedaliero e poi in varie aziende del settore farmaceutico, tuttavia la passione per la scrittura non la molla, con il risultato di scrivere altri racconti (tutti con lo stesso destino dei precedenti) con i quali affina (si spera) lo stile. Per quel che riguarda la cucina, non riesce mai a fare delle grandi esperienze (però mangia benissimo) a causa del tempo sempre risicato, ma si specializza almeno nella pasta fresca (quel tanto che basta per non disonorare la regione d’origine) e nella paella di pesce, ad oggi suo piatto forte. A 21 anni l’incontro con Laura Rangoni imprime una decisa svolta alla sua vita, creando una sincera e solida amicizia. Nel frattempo, continua a scrivere, visto che non riesce a cucinare. Attualmente, dopo aver abbandonato il mondo del lavoro dipendente a favore della libera professione, sta lavorando come consulente per la sicurezza delle aziende, e nell’attesa di scrivere qualcosa che non resti nella scrivania (un’altra, perché nel frattempo si è sposata ed ha fatto anche un figlio) ha ri-scoperto il giornalismo gastronomico. Amante della ricerca sul campo, grazie alla natura pignola data dal segno della Vergine, si dedica ad articoli legati all’alimentazione e alla nutrizione, aiutata indubbiamente dagli studi fatti, che la portano ad approfondire gli argomenti soprattutto dal punto di vista della composizione degli alimenti. Alla chiamata di Laura per il NUOVO Cavolo Verde, ha risposto con un garibaldino “obbedisco!”, avendo già da tempo iniziato a contribuire ad altri siti, tra cui il Cavolo ORIGINARIO. Se poi pubblicherà qualcosa, ve lo faremo sapere…
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