È sempre un piacere incontrare persone che lasciano un segno nel mondo della gastronomia. Se poi si parla di cucina italiana oltretutto all’estero, si diventa anche orgogliosi.
In Messico abbiamo scoperto una vera eccellenza, la Pizzeria Pizza e Core, di proprietà del nostro connazionale Paolo Matteucci e della sua socia messicana Sara Zazen.
Pizza e Core è il classico esempio di come si possa esportare la cucina italiana senza compromessi e divenire davvero l’Ambasciata italiana della gastronomia.
Core (cuore) davvero significa qualcosa in questa storia di successo: metterci il cuore nel cucinare, e anche essere colpiti al cuore da quella meravigliosa terra che è il Messico.
Il perché è presto detto.
In una chiacchierata davanti a una pizza e a una birra in una notte nella bianca, bella e calda Merida, capitale dell’assolato Stato dello Yucatan, Paolo Matteucci, anconetano doc, ci ha raccontato la sua storia di “cuore”.
Nel 2002 arrivò in Messico per partecipare al matrimonio di un amico e in questa occasione conobbe la sua futura moglie, si innamorò di lei e del Messico e decise che qui sarebbe stato il suo futuro.
Scelta dettata dal cuore e rivelatasi quanto mai opportuna.
Dal 2002 Paolo ha legato il suo destino, dedicandogli tutte le sue migliori energie, all’amato Messico, che lo ha ampiamente ricambiato. Come detto, Paolo è pizzaiolo e, ovunque abbia iniziato la sua attività, dallo stato di Michoacan a Durango a Merida, è sempre divenuto un punto di riferimento di buon gusto ed eccellenza. In Merida ha aperto la propria attività da meno di un anno e già viene citato sulle riviste del settore come uno degli indirizzi top della città.
E a buon conto: è da premettere che Paolo prepara solo ed esclusivamente pizze, come una volta (la sua si può considerare una pizzeria “dura e pura”) perché produce e confeziona in prima persona, senza alcuna facile delega; motiva la sua scelta perché, dice:
“Per ottenere qualcosa di buono, bisogna dedicarvi tempo, passione, attenzione; non posso garantire la qualità che desidero se mi disperdo a seguire un menù troppo ampio. Voglio che ogni mio cliente sia coccolato come se fosse l’unico e desidero che mangi il cibo preparato dalle mie stesse mani; è, insomma, un atto d’amore e ogni avventore alla fine è un amico”.
Gli abbiamo chiesto come fa a garantire l’altissima qualità dei suoi prodotti anche in terra straniera, con il problema della difficile reperibilità di ingredienti di base veramente italiani (qui non siamo negli Usa, dove ormai si possono trovare davvero e facilmente tutte le nostre eccellenze). Così ci ha risposto: “È sempre questione di amore; ogni giorno prendo l’auto e giro per tutta la città, cerco gli ingredienti importati migliori, le materie prime fresche, le novità di stagione. E continuo a sperimentare. Ci vuole umiltà e voglia di rimettersi in gioco ogni volta che si prepara la massa, non bisogna indulgere per troppo tempo in una ricetta che ci ha convinto, bisogna sempre alzare l’asticella, per essere pronti anche ad affrontare tutte le variabili del clima così diverso dal nostro, dei lieviti capricciosi, delle farine non sempre ottimali.”
Gli chiediamo cosa lo spinge a cercare sempre la perfezione nella qualità, invece di ben più facili compromessi. La risposta è semplice: “Mia mamma e mia nonna, quando cucinavano, mi trasmettevano il loro amore; cercavano ed elaboravano quanto c’era di meglio per me, ogni volta che mangiavo era come una carezza. Questo è il modo migliore per onorare la memoria di chi mi ha dato così tanto affetto, il fare le cose per bene, come vanno fatte, senza risparmiarsi”.
Per i lettori: la pizza e i calzoni di Paolo Matteucci sono buonissimi, al 100% italiani, senza alcuna indulgenza. La carta varia spesso, proprio per seguire la disponibilità degli ingredienti: si spazia dalle ricette più classiche a quelle innovative con accostamenti anche interessanti come la pizza bianca con burrata, mortadella, zeste di limone; ce n’è davvero per tutti i gusti e ogni boccone è veramente come ritrovarsi in una Italia di qualità.
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